04 febbraio 2016 11:59

Che succederebbe se David Bowie potesse rispondere ai giornalisti che, dopo la sua morte, hanno provato a spiegare la sua musica? Se potesse prendersi ancora un’ora di vita per dire: “Lasciate stare, ve la racconto io”.

Seriously… è un programma di documentari in onda su Bbc4, il canale culturale della Bbc. Nell’episodio David Bowie: Verbatim, l’autore Des Shaw rielabora più di cento ore di interviste rilasciate da Bowie e crea un montaggio in cui l’artista, morto il 10 gennaio scorso, racconta i momenti più importanti della sua vita, quelli che hanno cambiato per sempre il suo percorso creativo.

Che cosa ascoltare. Scopriamo che David Bowie aveva una voce incredibile anche quando non cantava, ricca di un calore che accompagna l’ascolto attraverso i brani che lo hanno ispirato. Aveva anche una grande chiarezza di racconto, tanto che quello che stiamo ascoltando sembra davvero un programma radiofonico con una sceneggiatura ben scritta. Ci si trova a ridere, a diventare all’improvviso molto seri, a battere il tempo con il tallone e a cercare di seguire tutte le connessioni del suo pensiero. Des Shaw riesce a sparire completamente (una cosa molto difficile quando si confeziona un documentario radiofonico), quasi dandoci l’impressioni di essere seduti al tavolo di un pub insieme a David Bowie.

Cosa fare mentre si ascolta. Prima di tutto bisogna scaricare il programma premendo il tasto download, perché Bbc radio lascia i suoi programmi online solo per un mese (avete ancora 25 giorni per scaricarlo). Quindi è importante scaricare il programma per riascoltarlo più avanti, quando la pressione della copertura mediatica della sua morte sarà meno forte e saremo più disposti a rielaborare il lutto. Si può usare Shazam per cercare le canzoni che incorniciano il racconto e creare una playlist con tutta la sua musica preferita. Infine si può invidiare un po’ la qualità del servizio pubblico britannico, e pensare a quante occasioni il nostro servizio pubblico si perda per strada.

Momento migliore. “Hooker’s brothers”.

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