03 ottobre 2015 09:31
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Quello che colpisce del dibattito sui profughi è che, nonostante l’enorme quantità di articoli dedicati al tema, non si parla delle questioni fondamentali. Se i tanti migranti in cerca di un rifugio in Australia ricevessero un aiuto, oggi arriverebbero molte più persone. Ma chi dice che sarebbe un male? Chi vuole difendere la fortezza Australia dà per scontato che la loro presenza rappresenti un problema. Eppure molti studi affermano che gli immigrati stimolano l’economia, creano posti di lavoro e generano gettito fiscale. Ma l’ostilità verso queste persone è tenace.

Dal punto di vista dei profughi, il dibattito sull’accoglienza è folle. La gente che cerca protezione in Australia non annega a causa di disastri naturali. La traversata dall’Indonesia all’Australia non è particolarmente rischiosa: migliaia di persone fanno la spola tra i due paesi ogni anno senza incidenti. I profughi muoiono perché non possono viaggiare su imbarcazioni sicure e devono affidarsi a dei criminali, uomini che usano pescherecci in cattive condizioni evitando le rotte pattugliate dalle autorità. Per questo la gente annega.

Non si può impedire a uomini e donne che temono per la loro vita di trasferirsi in un posto sicuro. Abbiamo bisogno di un dibattito nuovo sulla politica d’accoglienza. Tanto per cominciare, dovremmo accettare il presupposto che cercare rifugio è un diritto. Nessun politico dirà mai apertamente che chi è perseguitato non ha il diritto di fuggire dai suoi persecutori. Equivarrebbe a giustificare l’oppressione.

In concreto, tuttavia, le autorità australiane hanno reso difficile e macchinosa la procedura di richiesta d’asilo. Ma in un mondo globalizzato, con un’economia internazionale che facilita la circolazione delle merci, non è possibile impedire i movimenti delle persone. Se non s’interviene, le politiche autoritarie diventano la norma. Il trattamento che l’Australia riserva ai profughi non è solo un fallimento umanitario: è un cancro che colpisce tutta la politica. E un cancro ha la preoccupante tendenza a diffondersi.

Jeff Sparrow sarà a Ferrara il 3 ottobre per parlare della crisi dei profughi nel Pacifico con Ben Doherty, Joël van Houdt e Sam Wall­man durante l’incontro Terra promessa in programma alle 11.30 al teatro Comunale.

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