04 ottobre 2016 18:16

Perché il Sudafrica ha bisogno di un sogno nuovo? Questa la domanda che ha dato il titolo all’incontro che si è svolto al Teatro Nuovo di Ferrara lo scorso due ottobre, nell’ambito della edizione 2016 del Festival di Internazionale.

Cosa non ha funzionato nella svolta democratica promossa e negoziata nel 1994 da Nelson Mandela allora a capo dell’African National Congress?

“Il cambiamento che ANC ha sognato e fatto sognare alla fasce più povere della popolazione sudafricana non è riuscito a permeare nel profondo la società” spiega Ranjeni Munusamy, giornalista sudafricana che lavora per il Daily Maverick, principale testata online del paese.

“Dopo l’abolizione dell’appartheid e già nei cinque anni che sono seguiti, l’illusione è andata rapidamente dissolvendosi e noi stessi abbiamo smesso di credere all’immagine che avevamo preteso di dare al mondo, quella di un esperimento democratico fondato sullo spirito nazionalistico e sulla armonia tra le razze”. Da allora la situazione politica si è avviata al declino ed oggi ANC è un partito indebolito dagli scandali e dalla corruzione, con un Presidente, Zuma, che promuove la censura più che la libertà. La crisi economica prolungata, inoltre, ha fatto crescere il fenomeno della corruzione della classe dirigente e lo scontento della popolazione, che ormai si sente tradita”.

Di malumore diffuso parla anche Osiame Molefe, scrittore sudafricano che ha fondato e dirige la cooperativa Collective Media, nata per promuovere l’uguaglianza e la giustizia attraverso i mezzi d’informazione. Molefe, autore del saggio Black anger and white obliviousness pubblicato nel 2013, afferma che “Ancora oggi il colore della pelle con il quale nasci determina la tua istruzione, il tuo lavoro, il tuo futuro, indipendentemente da quali sono le tue capacità”. Spiega che la recentissima protesta degli universitari è nata dalla introduzione delle tasse accademiche “Un chiaro segnale del tentativo di tagliare fuori dall’istruzione ampie fasce di popolazione giovane e quindi intere classi della società, nello specifico i neri che continuano ad essere i più numerosi e i più poveri”.

Una carrellata di vignette del fumettista sudafricano Jonathan Shapiro, in arte Zapiro, alcune delle quali censurate dal regime di Zuma per la loro dissacrante ironia, hanno aperto la discussione sulla libertà di stampa nel paese. “Oggi la realtà è molto amara” conferma Zapiro, che collabora con il Mail Guardian, il Sunday Times e il Times ed è considerato una delle personalità più influenti del paese.
“Sono diverse le iniziative del governo Zuma per oscurare la democrazia con nuovi provvedimenti sulla segretezza dei documenti ufficiali ed è in corso l’istituzione di un tribunale che giudicherà i media”.

Su questo punto interviene anche Munusamy “La libertà di stampa è stata una delle promesse del governo Mandela, mantenuta con la modifica della Costituzione in tal senso, ma dopo di lui la situazione ha iniziato a peggiorare con azioni di controllo oppressivo nei confronti degli organi di informazione sui quali grava un sospetto costante”.

Francesca Sibani, giornalista di Internazionale e moderatrice dell’incontro, invita a esprimere una previsione sul futuro della situazione politica e della informazione in Sudafrica. Su quest’ultima, guardando ai nuovi media, Munusamy esprime un cauto ottimismo. Meno rosee sono le previsioni sulla evoluzione economica e politica del paese, benché venga riconosciuto che ANC conta tra le sue fila esponenti ancora saldamente aderenti ai valori che sono stati di Mandela. Secondo Molefe sono fattori strutturali ad impedire lo sviluppo del paese, aggravati dalla prossimità tra interessi dello Stato e capitali privati, legame che favorisce la corruzione dei singoli, i reati economici e aumenta il divario nei confronti della popolazione nera, tuttora sfruttata.
“Oggi è cambiato il colore della pelle di chi sta al potere” conclude Molefe “ma non è cambiata la sostanza dei fatti perché il potere di una élite economica e politica continua a determinare i destini di un intero paese”.

Irene Marcello

pubblicità
pubblicità

Iscriviti alla newsletter

Riceverai per email le novità su ospiti, workshop e incontri del festival.

Iscriviti
Sostieni Internazionale
Vogliamo garantire un’informazione di qualità anche online. Con il tuo contributo potremo tenere il sito di Internazionale libero e accessibile a tutti.