04 ottobre 2016 19:05

«Quando ho fatto coming out ho scoperto che ci sono due tipi di gay, quelli che pensano di essere sbagliati, e quelli che credono ci sia qualcosa di sbagliato in tutti gli altri. Io appartengo alla seconda categoria». Ironico, graffiante, assolutamente politically incorrect: la battuta è dell’inconfondibile [Dan Savage](http://Dan Savage), che sabato sera ha raccontato a una Piazza Municipale gremita i segreti della sua vita da guru del sesso. Durante l’incontro Savage, intervistato dal giornalista Claudio Rossi Marcelli, ha svelato i retroscena della sua rubrica su Internazionale, “Savage Love”.

«Alcune persone mi raccontano di pratiche di cui non immaginavo nemmeno l’esistenza, ma quello che mi sconvolge di più è quanto le persone possano essere egoiste e crudeli». Un Dan che non ci si aspetta, un uomo che si autodefinisce “molto più noioso di quanto si creda”, un giornalista che attraverso la sua rubrica di consigli sessuali è riuscito a influenzare la società in cui vive ed esprimere il suo punto di vista su temi di straordinaria importanza: dall’educazione sessuale dei giovani alla lotta all’omofobia e al bullismo, fino ad arrivare alla possibilità di adozione per le coppie omosessuali. «So che in Italia questo è un tema piuttosto controverso, ma posso assicurarvi che se avere genitori gay facesse diventare gay anche i figli, mio figlio, che è eterosessuale, lo sarebbe sicuramente, perché siamo i genitori più fottutamente gay del mondo!». E riguardo al Vaticano, in totale opposizione rispetto alle famiglie con genitori dello stesso sesso, cosa pensa Dan Savage? «Sì, ho sentito qualcosa del genere – ha scherzato, poi tornando serio, ha aggiunto – Certo la Chiesa ha una buona argomentazione a suo favore, le famiglie con un padre e una madre sono quelle in cui siamo cresciuti». Oggi però le ricerche dimostrano che i figli di genitori omosessuali sono felici, educati e sani quanto quelli delle famiglie eterosessuali, e quando si ha a che fare con l’adozione, come è stato per Dan e suo marito Terry, si comprende quanto sia difficile per chi aspetta di essere adottato. La domanda non è quale tipo di famiglia sia migliore per accogliere i bambini, perché la scelta è tra avere dei genitori e non averli, bisogna decidere se affidare i bambini a una coppia o a un istituto. «Due coppie etero hanno rifiutato nostro figlio prima di noi perché sua madre beveva prima di sapere di essere incinta e temevano che potesse avere dei problemi. Noi lo abbiamo accettato consapevoli di essere imperfetti, non avevamo la presunzione di trovare la perfezione in un bambino. Non siamo noi i mostri di questa storia, siamo i bravi ragazzi».

Tornando al suo lato esilarante, sotto richiesta di Claudio Rossi Marcelli, Dan Savage ha fornito un identikit sessuale dei candidati alla Casa Bianca. Donald Trump a quanto pare è certamente un uomo insicuro, che vuole essere invidiato, «Basta vedere chi si porta a letto», ha assicurato l’esperto. «E poi ha settanta anni – ha concluso Savage – forse fa sesso una volta ogni sei mesi… Di sicuro non è un amante generoso, credo non sia mai stato nella stessa stanza dove una donna prova un orgasmo». Hillary invece ha un profilo pulito, la classica madre di famiglia che non ha mai avuto nessun uomo oltre a Bill. E il perdono del tradimento pubblico, è motivo di forza o di debolezza? Dipende dai punti di vista, per chi crede nel valore della famiglia è un punto a favore, ma molti americani, come ha rivelato Savage, avrebbero preferito che Hillary avesse dato una lezione al marito. «In ogni caso – ha concluso – credo si debbano davvero apprezzare le coppie che tentano di far andare bene la loro unione e superano i momenti di crisi».

Per quanto riguarda la famigerata monogamia, Savage ha infatti le idee piuttosto chiare: «Siamo scimmie: non siamo monogami per istinto naturale». Anche se l’esistenza della monogamia è fuori discussione, quello che continuiamo a sbagliare, secondo lui, è credere che sia quello che vogliamo veramente. Savage ha teorizzato l’esistenza di due tipi di monogamia: quella sessuale (veramente rara) e quella sociale/emozionale, molto più comune. Quando le persone si innamorano pensano che debba venir naturale nella coppia la monogamia, ma la verità è che entrambi i partner saranno attratti da altre persone, anche se si continua ad amarne solo una. Prima si accetta questo fatto, secondo Savage, meglio andranno le relazioni umane. E per chi proprio non ce la fa ad essere monogamo assoluto, c’è sempre la possibilità di diventare “monogamish”: «Significa essere per la maggior parte monogami, anche se qualche volta capita di fare sesso con altre persone, ma non come in una relazione aperta». La middle class della monogamia, l’ha definita Claudio Rossi Marcelli, in realtà una parola che definisce moltissime coppie.

Anche sulla parità di genere, Savage non ha alcun dubbio. Secondo le ultime classifiche americane, infatti, col crescere dell’indipendenza delle donne è aumentata la percentuale di tradimenti al femminile. Questo significa che la differenza di genere, secondo il sex guru, non è mai stata una questione di desiderio, o di natura, ma di potere e di vulnerabilità. «È vero che non si può separare l’identità biologica da quella culturale, ma penso piuttosto a come, per una donna, sia sempre stato più rischioso cercare il sesso, la violenza si è sempre rapportata maggiormente al corpo femminile».

Prima di concludere la serata, Dan Savage ha fornito indicazioni ben precise al pubblico, svelando la teoria delle 3 G per un’appagante vita sessuale: «Per diventare Good bisogna fare pratica, giving è la capacità di dare senza aspettarsi nulla in cambio, game quella di agire senza una vera ragione, ovviamente senza fare nulla che ci faccia sentire umiliati. Il segreto è prendere piacere nel piacere che si dà: l’idea è quella di vivere avventure sessuali insieme, così facendo entrambi nella coppia si sentono più amati, fanno più sesso e la relazione si rafforza».
Irene Lodi

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