14 novembre 2014 18:30

Il Philadelphia Museum of Art dedica una grande retrospettiva all’artista
statunitense Paul Strand (1890-1976).

L’esposizione raccoglie più di 250 immagini scattate dagli inizi del
novecento agli anni sessanta tra Stati Uniti, Messico, Europa e Africa
settentrionale e alcuni film e documentari realizzati dall’autore, tra cui
il cortometraggio Manhatta del 1920 diretto insieme al pittore Charles
Sheeler.

Paul Strand si avvicinò alla fotografia durante gli anni del liceo. Il suo
primo maestro fu il sociologo e fotografo Lewis Hine che gli insegnò il
valore delle immagini come mezzo di documentazione e testimonianza sociale.

Nel 1907 visitò una mostra alla Little Galleries of the Photo-Secession,
aperta da Alfred Stieglitz a New York, dove per la prima volta vide le
immagini di grandi autori tra cui Edward Steichen, Clarence H. White e
Frederick H. Evans: fu l’istante decisivo. Da quel giorno capì di voler
diventare un fotografo. E passò i successivi sette anni a studiare il linguaggio e la tecnica fotografica attraverso le opere di questi grandi artisti.

La metropoli è stata uno dei temi principali affrontati da Strand nelle sue
immagini e vista attraverso i suoi abitanti e i suoi luoghi, per raccontare
i cambiamenti sociali e culturali del tempo. Costruiva con cura la
composizione, inizialmente concentrandosi su una singola persona alla volta,
per poi passare alle folle e al dinamismo urbano. Parallelamente si dedicò
allo studio degli schemi compositivi e dei tagli di luce e delle tonalità da
cui nacquero le sue immagini più astratte e riflessive.

La mostra durerà fino al 4 gennaio 2015.

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