23 gennaio 2015 18:08

Nel 1958, all’età di 18 anni, Larry Fink (1941) si trasferiva a New York e prendeva in affitto un monolocale nel Greenwich village.

Fu un colpo di fulmine, quello con gli artisti della seconda generazione della beat generation. “Era il mio destino entrare in contatto con loro: per la mia propensione alle droghe, alla rabbia e alla poesia”, scrive Fink nel suo libro The beats, una raccolta di immagini inedite, scattate nel 1958.

Il termine beat generation fu coniato nel 1948 da Jack Kerouac, uno degli scrittori fondatori della prima generazione di artisti del movimento, per definire il gruppo anticonformista dei giovani di New York. Facevano uso di droghe, rifiutavano il materialismo e sostenevano una sessualità alternativa e provocatoria.

Le immagini di Fink sono state scattate dieci anni dopo la creazione del gruppo, e ritraggono gli artisti della seconda generazione del movimento. “Le foto che ho fatto in quel periodo sono il risultato di quattro mesi di viaggio nel mio mondo nel 1958, mentre pattinavo sul sottile ghiaccio dell’età adulta”.

Dal Texas al Messico, Fink accompagnò il gruppo di artisti che aveva un “disperato bisogno di un fotografo che desse gravità alla loro identità e che registrasse la loro diffidente ma arretrata esistenza” racconta Fink. E riuscì a ritrarne lo spirito istintivo, romantico e spontaneo raffigurandone al tempo stesso gli stereotipi, nei modi e nelle azioni.

Being on the beat è una mostra, ospitata dalla galleria Feroz di Bonn, in Germania, che dopo più di 50 anni raccoglie le immagini inedite di artisti, musicisti, poeti e pittori con cui Fink ha vissuto e viaggiato.

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