03 marzo 2015 18:12

Fino all’inizio degli anni sessanta le fotografie di moda si scattavano solamente in studio, un luogo chiuso e illuminato da luci controllate.

Arthur Elgort ha rotto questa tradizione quando ha cominciato a ritrarre le sue modelle per la strada, non più in posa, ma in movimento, non più sotto le lampade ma sfruttando la luce naturale. “Alcune delle mie immagini migliori le ho fatte quando non stavo ‘lavorando’: le modelle che si preparavano, la gente nelle strade. Istanti fugaci durante il servizio fotografico. Perché è quello il momento in cui si può catturare la gente come è realmente”, racconta l’autore.

Questo approccio spontaneo e irriverente colpì subito le riviste di moda che cominciarono a commissionare molti servizi a Elgort: soprattutto il gruppo Condé Nast con cui ha collaborato per quarantadue anni.

Elgort, nato a New York nel 1940, ha fatto le prime foto con una macchina Polaroid; si trattava soprattutto delle sue compagne di scuola che usava come modelle. Molti, vedendo i suoi scatti, gli consigliarono di farlo diventare un mestiere.

E prima che se ne rendesse conto qualcuno le aveva già portate al femminile statunitense Mademoiselle, dove ha pubblicato i suoi primi lavori. All’inizio degli anni settanta cominciò a viaggiare sempre di più in Europa e a collaborare con Vogue nelle edizioni inglese, francese e italiana, prima di essere chiamato dal direttore artistico di quella americana che lo invitò a lavorare e a realizzare campagne pubblicitarie con modelle tra cui Lisa Taylor, Naomi Campbell, Kate Moss e Christy Turlington.

La galleria Carlo Sozzani, a Milano, ospita la mostra The big picture, fino al 6 aprile 2015, che raccoglie cinquant’anni di carriera e molte immagini inedite di Elgort.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it