30 giugno 2015 14:47

Durante i quarant’anni di regime comunista, la Romania è stata un paese fortemente industrializzato, in cui ogni città aveva una fabbrica o una miniera intorno a cui la popolazione era spinta a trasferirsi. Molti edifici industriali erano stati costruiti nelle zone rurali, portando un po’ di benessere nelle zone più arretrate.

Anche durante gli anni più duri del regime di Nicolae Ceaușescu, i minatori e gli operai riuscivano a portare a casa un salario seppur minimo. La transizione verso un modello capitalista ha lasciato tante persone senza lavoro creando nuovi focolai di povertà, un mercato nero fiorente e decine di edifici abbandonati.

I due fotografi romeni Ioana Cîrlig e Marin Raica hanno avviato nell’ottobre del 2012 il progetto Post-industrial stories che esplora la realtà della deindustrializzazione della Romania concentrandosi sui cambiamenti dei paesaggi, sulle relazioni tra popolazione e ambiente e tra le persone e il lavoro. Il progetto è cominciato a Brad, nell’ovest della Romania, e ora si è spostato nella valle del Jiu, la principale regione mineraria del paese.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it