04 febbraio 2016 13:55

Il mercato della giada di Mandalay, nel centro della Birmania, è la tappa intermedia del viaggio che la pietra preziosa compie dalle miniere delle regioni settentrionali del paese, povere e sconvolte dalla guerra civile, alle gioiellerie dei quartieri lussuosi di Pechino.

Dall’antichità i cinesi considerano la giada un simbolo di grazia, una pietra che protegge e porta fortuna a chi la indossa. Questa convinzione e la ricchezza della classe media alimentano un vero boom del mercato. Secondo le stime i cinesi spendono dai 2 ai 3,5 miliardi di dollari all’anno per comprare braccialetti, orecchini o talismani di giada.

Eppure, tra le bancarelle di Mandalay, a 2.700 chilometri a sud di Pechino, non c’è traccia di lusso. Il mercato all’ingrosso apre tutti i giorni alle 2 del mattino e viene invaso da compratori cinesi che acquistano la giada a sacchi. Il prezzo della pietra grezza è cresciuto decine di volte, ma l’aumento non aiuta comunque a contrastare l’altissimo costo umano della filiera.

Le foto sono state scattate dal fotografo di Getty Images Taylor Weidman il 30 gennaio 2016.

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