29 aprile 2016 14:28

Il 14 aprile i sostenitori del Movimento per il cambiamento democratico, che si oppone al presidente Robert Mugabe, sono scesi in piazza nella capitale Harare per chiedere riforme contro la povertà e la recessione economica. Erano solo duemila persone. Eppure si è trattato del corteo più numeroso dell’ultimo decennio.

Soprattutto, la polizia non è intervenuta per disperdere i manifestanti nonostante la protesta non fosse autorizzata. È il segno che qualcosa sta cambiando, anche sotto la guida più che trentennale di Mugabe, che è diventato primo ministro nel 1980, presidente nel 1987, e oggi è ancora al potere a 92 anni.

Nel 2015 l’altissima inflazione ha indotto la banca centrale dello Zimbabwe a rinunciare alla valuta nazionale, sostituita nella vita quotidiana dal dollaro statunitense, dal rand sudafricano e dallo yuan cinese. Il toccante reportage di Mary Turner racconta la crisi economica del paese africano, fotografando scene di vita quotidiana quasi sempre nella semioscurità: la fornitura di energia elettrica, infatti, è garantita solo poche ore al giorno. Inoltre, una vasta operazione di smantellamento delle baraccopoli, cominciata nel 2005, ha lasciato più di 700mila persone senza casa e senza alternative.

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