20 luglio 2016 16:32

“Voglio vedere quanto riesco ad avvicinarmi alla pornografia attraverso le mie foto”. Robert Mapplethorpe è sempre stato ossessionato dagli ideali classici del corpo umano e dalla bellezza delle sue forme: voleva diventare uno scultore.

Nel 1970 comprò la sua prima Polaroid e, contemporaneamente, venne introdotto nella comunità sadomaso newyorchese, sia come osservatore che come partecipante. Dall’esperienza nel mondo s&m (sadomaso), che per lui significava sex&magic, nel 1978 nacque l’X portfolio, una serie di scatti rivoluzionari per l’epoca, bilanciati dal rigore e dalla precisione formale dell’esecuzione. L’archivio fotografico di Mapplethorpe comprende 120mila negativi e più di tremila Polaroid, tra cui gli studi sulle nature morte e i primi piani sui fiori, immagini di uomini che ballano nudi indossando corone, e le fotografie scattate a Patti Smith, Andy Warhol e la bodybuilder androgina Lisa Lyon. Mapplethorpe fotografò uomini gay nudi quando era sconveniente farlo e, come disse Smith, lo fece senza cercare scuse “investendo l’omosessualità di mascolinità, grandezza e nobiltà”.
Robert Mapplethorpe morì a causa dell’aids il 9 marzo 1989. Nello stesso anno, in una galleria d’arte di Washington fu cancellata una mostra dedicata a lui, a causa del contenuto di alcune fotografie.

La mostra Robert Mapplethorpe: the perfect medium sarà esposta al J.Paul Getty museum di Los Angeles e al Los Angeles county museum of art fino al 31 luglio 2016.

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