23 settembre 2016 13:30

Il fiume Yamuna, un affluente del Gange, è diventato uno dei fiumi più inquinati al mondo: circa il 58 per cento dei rifiuti di New Delhi viene sversato in questo corso d’acqua, e lo stesso succede per gli scarichi dei prodotti delle concerie: coloranti, sostanze chimiche e altri prodotti. Le autorità cittadine stanno sperimentando la realizzazione di zone protette lungo il corso dello Yamuna, ma i livelli di inquinamento restano altissimi.

Il problema non è solo indiano. I casi di avvelenamento delle acque fluviali riguardano decine di corsi d’acqua in tutto il mondo. In Indonesia il fiume Citarum è stato definito uno dei dieci luoghi più inquinati a causa del piombo, del mercurio e di altri prodotti chimici scaricati dalle fabbriche tessili della regione: più di 35 milioni di persone dipendono dal Citarum per l’approvvigionamento di acqua, e il 60 per cento della popolazione ittica è già scomparsa. In Siberia, all’inizio di settembre, il Daldykan è diventato rosso probabilmente a causa del nickel proveniente da una miniera di Noril’sk.

Anche nelle Americhe la situazione è difficile. In Brasile il crollo di una diga, che ha travolto una miniera di ferro, ha causato l’inquinamento del Doce e una delle più gravi catastrofi ambientali nella storia del paese. E nel 2015, in Colorado, Stati Uniti, nell’Animas sono finiti incidentalmente tre milioni di galloni di scarichi pieni di arsenico, piombo e altri metalli pesanti.

Il 97 per cento dell’acqua della Terra è salata, e del restante 3 per cento la maggior parte forma il ghiacci polari. Laghi, fiumi e corsi d’acqua sotterranei rappresentano meno dell’1 per cento delle riserve, che deve fornire l’acqua potabile a tutta la popolazione mondiale. Per questo la sua difesa è sempre più necessaria.

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