11 gennaio 2017 13:15

La Cina è responsabile da sola del 26 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica ed è quindi una dei quattro principali inquinatori del mondo insieme all’Europa, l’India e gli Stati Uniti. Per ridurre le emissioni, le autorità cinesi stanno facendo pressione per chiudere le fabbriche private di acciaio, alimentate a carbone, altamente inquinanti e sparse nelle zone rurali del paese. Ma sembra che in molti casi i proprietari si limitino a pagare gli ispettori locali e in seguito riaprano le attività.

Il provvedimento del governo cinese risponderebbe all’accordo di Parigi sul clima raggiunto nel 2015, finalizzato alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, responsabili del riscaldamento del pianeta.

Il neoletto presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso che entro i primi cento giorni del suo mandato “cancellerà” l’accordo di Parigi e “bloccherà tutti i pagamenti fatti con soldi dei contribuenti americani ai programmi sul riscaldamento globale delle Nazioni Unite”. Secondo Trump il cambiamento climatico è un concetto “creato da e per i cinesi con lo scopo di rendere poco competitivo il settore manifatturiero statunitense”.

Le autorità cinesi hanno dichiarato che qualunque decisione sarà presa dagli Stati Uniti non influenzerà l’impegno di Pechino nel perseguire il piano d’azione sul clima.

Le foto sono state scattate da Kevin Frayer in una fabbrica di acciaio non autorizzata della regione cinese della Mongolia a novembre del 2016.

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