24 gennaio 2017 16:32

Mi chiamo Poline Harbali, ho 24 anni e studio grafica, fotografia e illustrazione a Parigi. Sono alla ricerca della mia identità, delle mie origini, che sono per metà francesi e per l’altra metà siriane”.

Harbali è nata a La Rochelle, in Francia, ma parte della sua famiglia vive a Damasco, in Siria, e per motivi politici non l’ha mai conosciuta. Fin dalla sua adolescenza fruga nel passato di suo padre attraverso vecchie foto e piccole storie che è riuscita a raccogliere.

Così è nato un percorso artistico molto personale, che le ha permesso di costruire un suo album di famiglia. Era il 2011, e grazie alle primavere arabe, è riuscita per la prima volta a parlare con alcuni dei suoi parenti tramite i social network. Ha chiesto alla cugina di inviarle delle foto, non di quello che stava succedendo nel paese, ma della loro vita quotidiana: la vista dalla finestra di casa, i loro ritratti, i posti in cui preferivano andare.

Nel suo lavoro Le Damas des autres, ha rifotografato quelle foto: “Un atto di appropriazione che mi ha permesso di rendermi conto non tanto di una realtà che non mi appartiene, ma di mostrare il mio modo di vederla, a distanza”. Harbali
è intervenuta sulle stampe bruciandole, ritagliandole, immergendole nell’acqua, e disegnandoci sopra, per trovare una sua logica estetica, un legame con se stessa e un’armonia. Queste nuove immagini reinterpretano l’intimità della sua famiglia per costruire la sua e le hanno permesso di acquisire i loro ricordi per farli suoi.

Il lavoro di Harbali è esposto al festival parigino Circulation(s). Il festival è dedicato alla fotografia contemporanea e ogni anno presenta il lavoro di giovani autori europei. L’edizione di quest’anno, cominciata il 21 gennaio, durerà fino al 5 marzo 2017.

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