24 aprile 2017 15:11

“Sono una donna nera e ho sempre vissuto i miei capelli come un incubo. Li ho portati corti, lunghi, scuri e biondi, ricci e lisci”, racconta la fotografa canadese Emilie Régnier.

Nel 2014, mentre viveva in Costa d’Avorio, è nato il progetto Hair. “Mi sono in parte ispirata al lavoro diJ.D. Okhai Ojeikere, che nella sua carriera ha fotografato oltre mille diverse acconciature per raccontare l’identità della donna africana”.

Régnier ha intervistato molte donne ad Abidjan, in Costa d’Avorio: “Quasi tutte mi rispondevano che vogliono somigliare a Beyoncé o a Rihanna”. E ha deciso di scattare i suoi ritratti con la tecnica usata dalle fotografe del posto. “Siccome non possono permettersi una macchina fotografica digitale, la maggior parte di loro usa ancora la pellicola. Vanno in giro con la macchina fotografica al collo e quando vedono donne con acconciature particolari, le fotografavano da varie prospettive”.

Le foto vengono poi stampate, e spesso per risparmiare sui costi, su una stessa stampa, sono messe due foto della stessa acconciatura, ma ripresa da due punti di vista diversi. Al prezzo di massimo un dollaro, le stampe sono poi rivendute ai parrucchieri, che le usano come proposte per le loro clienti.

Hair è in mostra al Bronx documentary centre di New York fino al 4 giugno 2017.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it