12 dicembre 2014 07:46
L’interno della Banca nazionale dell’agricoltura dopo l’attentato, il 12 dicembre 1969. (Ap/Lapresse)

12 dicembre 1969. Esplode una bomba a piazza Fontana, nel centro di Milano. È la prima strage terroristica in Italia e una delle più gravi della sua storia: muoiono diciassette persone e ottantotto rimangono ferite.

Le indagini per l’attentato si concentrarono inizialmente sugli anarchici, tra cui Giuseppe Pinelli, che fu fermato la sera stessa e che morì in questura il 15 dicembre. Col tempo sono invece emerse chiaramente le responsabilità dell’estrema destra, e in particolare del gruppo Ordine nuovo, guidato da Franco Freda e Giovanni Ventura.

Nonostante si siano svolti sette processi, per la strage di piazza Fontana non è stato condannato nessuno – anche perché le indagini furono ripetutamente depistate. L’attentato segnò l’inizio della strategia della tensione, che cercava di promuovere una svolta autoritaria in Italia.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it