03 aprile 2015 08:07

La corte suprema israeliana ha respinto il progetto di costruzione del muro di separazione tra Israele e Palestina nella valle del Cremisan. Il progetto avrebbe portato all’esproprio dei terreni di proprietà di cinquantotto famiglie cristiane del villaggio palestinese di Beit Jala, a nord di Betlemme. “È una vittoria per tutti”, ha dichiarato il patriarca di Gerusalemme Fuad Twal.

La barriera era stata progettata per proteggere e unire gli insediamenti israeliani di Har Gilo e Gilo. “Una misura di sicurezza essenziale per prevenire gli attacchi terroristici”, secondo le autorità di Israele.

Contro il muro si è battuta la comunità di Beit Jala in un processo giuridico durato nove anni. La barriera avrebbe attraversato anche un monastero del diciannovesimo secolo, gestito da monaci salesiani e un convento con una scuola elementare gestita dalle suore, separando in due parti il complesso. Inoltre, il governo avrebbe dovuto espropriare almeno 300 ettari di terreni coltivati a ulivi e vite, provocando un danno economico alle famiglie di Beit Jala. L’esercito ora dovrà studiare un percorso alternativo rispetto a quello attualmente proposto.

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