05 maggio 2015 14:46
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Hillary Clinton, in corsa per la candidatura democratica alle elezioni presidenziali statunitensi del 2016, ha accettato di riferire davanti al congresso sull’attentato al consolato di Bengasi del 2012 e sull’uso della sua email personale quando era segretaria di stato. Lo ha riferito il suo avvocato, David Kendell, aggiungendo che la testimonianza è prevista per il 18 maggio e sottolineando che l’ex responsabile della diplomazia parlerà solo una volta su entrambi gli argomenti. Il presidente della commissione incaricata di indagare sui fatti di Bengasi, il repubblicano Trey Gowdy, aveva chiesto a Clinton di riferire davanti al congresso in due audizioni separate, una sull’attentato in Libia in cui perse la vita l’ambasciatore Chris Stevens e una sulla questione dell’uso dell’account privato di posta elettronica dell’ex first lady da cui sono stati cancellati 55mila messaggi.

“Non c’è logica o alcun precedente per una richiesta così inusuale. Clinton è pronta a rimanere per tutta la durata delle domande della commissione nel giorno in cui testimonierà” ha fatto sapere il suo avvocato, che ha proposto per l’audizione la data unica del 18 maggio. “I membri della commissione sono in grado di decidere quanto concentrarsi sulla tragica morte di quattro americani a Bengasi, e quello che si può fare per mantenere al sicuro quelli che servono il nostro paese, e quanto invece dare spazio alla sua corrispondenza” ha aggiunto l’avvocato di Clinton.

L’avvocato aveva espresso la disponibilità della sua cliente a riferire davanti al congresso già alla fine dello scorso anno, e i democratici avevano accusato Gowdy di rimandare di proposito la data della testimonianza per far sì che fosse più vicina alle elezioni presidenziali quando Clinton sarà con ogni probabilità la candidata alla successione di Obama. “Dopo quasi un anno, non abbiamo ancora trovato uno straccio di prova a sostegno del fatto che Clinton ordinò un abbassamento dei livelli di sicurezza o che approvò un programma illegale di armi, o una qualsiasi delle altre accuse selvagge che i repubblicani le hanno rivolto per anni” ha commentato Elijah Cummings, un parlamentare democratico della commissione d’inchiesta.

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