20 maggio 2015 19:36

L’amministrazione degli Stati Uniti ha reso pubblici alcuni documenti ritrovati nel complesso segreto di Osama bin Laden ad Abbottabad, in Pakistan, durante l’operazione delle forze speciali in cui fu ucciso il capo di Al Qaeda nel maggio del 2011. Si tratta di centinaia di documenti, tra cui libri, rapporti e analisi, nominati “la biblioteca di Bin Laden” e pubblicati anche sul sito della direzione nazionale dei servizi segreti. Oltre alla corrispondenza in arabo, tra i documenti ci sono libri in inglese del giornalista statunitense Bob Woodward, dell’intellettuale Noam Chomsky e dello storico Paul Kennedy, oltre a volumi sulle teorie economiche e militari e a note e materiali sulle operazioni di Al Qaeda. Altri documenti saranno pubblicati in futuro.

Secondo l’amministrazione statunitense, i documenti mostrano lo stato d’animo del capo di Al Qaeda, le sue riflessioni tecniche, la sua ansia nei confronti dei servizi segreti occidentali e la sua forte attenzione all’immagine pubblica dell’organizzazione. La sua priorità, indicata in uno dei documenti, era “uccidere e combattere gli statunitensi e i loro rappresentanti”. Attraverso lettere, annotazioni e direttive, Bin Laden dava indicazioni ai suoi affiliati per sfuggire alla sorveglianza dei servizi segreti, ordinava come portare avanti i negoziati sulla liberazione di alcuni ostaggi occidentali, si preoccupava del rinnovamento dei quadri e cercava un modo per farsi raggiungere ad Abbottabad dal figlio Hamza.

I documenti mostrano il modo in cui Bin Laden gestiva Al Qaeda. Tra questi anche un modulo per aspiranti jihadisti, in cui si legge: “Per favore, compilate le informazioni richieste in modo preciso e onesto. Scrivete in maniera chiara e leggibile. Nome, età, stato civile. Volete commettere un attentato suicida?”

Sul piano strategico, Bin Laden riteneva che Al Qaeda dovesse compiere attacchi spettacolari contro gli Stati Uniti, come quelli dell’11 settembre 2001, senza concentrarsi troppo contro i regimi del Medio Oriente: “Dobbiamo fermare le operazioni contro l’esercito e la polizia in tutte le regioni”, ha scritto in una nota. Grande rilevanza, inoltre, era data alla comunicazione e alla propaganda e in un documento Bin Laden aveva espresso l’intenzione di celebrare il decimo anniversario degli attentati dell’11 settembre con una vasta campagna mediatica. In altri scritti Bin Laden mostrava preoccupazione per le fratture all’interno del movimento jihadista, in particolare riguardo il comportamento di Al Qaeda in Iraq, che in seguito si è evoluto nel gruppo Stato islamico.

La declassificazione dei documenti arriva a una settimana di distanza dalla pubblicazione di un articolo del giornalista d’inchiesta Seymour Hersh, che ha rimesso in dubbio la versione ufficiale della morte di Bin Laden. Ma il portavoce della Cia Ryan Trapani ha indicato che il procedimento era già stato avviato diversi mesi fa e non si tratta di una risposta all’articolo.

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