04 giugno 2015 11:02

I parenti di quasi quattrocento persone ancora disperse dopo il naufragio della nave da crociera Stella d’oriente nel fiume Yangtze, in Cina, hanno protestato nei pressi del luogo dell’incidente. Chiedevano al governo di diffondere più informazioni sulla sorte dei loro cari. Decine di persone hanno rotto i cordoni della polizia. Un altro gruppo di parenti ha protestato a Shanghai, dove si trova la sede del tour operator con cui la maggior parte dei passeggeri aveva prenotato la crociera, partita alla fine di maggio.

Le famiglie hanno sollevato alcuni dubbi sull’incidente, chiedendo come è possibile che la nave sia affondata così velocemente e perché non è stato lanciato alcun allarme. La causa del naufragio non è ancora chiara, ma i sopravvissuti hanno riferito di una tempesta che ha rovesciato la nave in pochi minuti.

I mezzi d’informazione cinesi hanno confermato che finora sono stati recuperati i cadaveri di 65 persone. I sopravvissuti sono quattordici, ma nessuno è stato estratto vivo da quando sono cominciate le operazioni di soccorso il 2 giugno. Nonostante la pioggia le ricerche dei dispersi vanno avanti. Le squadre al lavoro hanno fatto un buco nello scafo rovesciato per cercare all’interno.

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