08 giugno 2015 19:20

Salvatore Buzzi, fondatore della cooperativa 29 giugno e figura chiave dell’inchiesta su Mafia capitale, è intervenuto in video conferenza dal carcere di Nuoro, dove è detenuto dallo scorso dicembre, nel corso di un’udienza davanti alla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Roma. Nel suo intervento Buzzi ha dichiarato di non conoscere il passato di Massimo Carminati, ex esponente del gruppo terrorista neofascista Nuclei armati rivoluzionari (Nar) ed ex affiliato alla banda della Magliana, considerato alla guida dell’organizzazione criminale al centro dell’inchiesta. “Massimo Carminati è una brava persona, con me si è comportato sempre bene”, ha detto Buzzi ai giudici.

L’udienza ha preso in considerazione la richiesta della procura di Roma di disporre le misure di sorveglianza speciale, l’obbligo di soggiorno per tre anni e la confisca dei beni sequestrati per Buzzi, Carminati e altri nove indagati. Buzzi si è opposto soprattutto alla richiesta di confisca della sua casa, costata 910mila euro, sostenendo di averla acquistata con denaro lecito, a differenza di quanto ipotizzato dalla procura. Buzzi inoltre ha affermato che la cooperativa 29 giugno ha una liquidità di 16 milioni di euro e aveva un giro d’affari di sei milioni l’anno. Dunque, ha detto Buzzi, “ammettendo che ci sia stata corruzione, questa riguarda solo il 3 per cento del fatturato della cooperativa. Quindi poca cosa”.

Intanto il prefetto di Roma Franco Gabrielli, in un’intervista a Sky Tg24 ha parlato della possibilità di commissariare le cooperative coinvolte nell’inchiesta Mafia capitale. “Stiamo ripassando tutti gli atti che la procura ci ha passato, nel più completo spirito di collaborazione. Da un primo vaglio ci siamo accorti che circa 1.300 migranti sono gestiti da cooperative sulle quali dovremo necessariamente intervenire. Siamo in contatto con il presidente Cantone e con la sua struttura, proprio perché credo che l’unica prospettiva sia quella del commissariamento”, ha detto, facendo riferimento a Raffaele Cantone, capo dell’Autorità nazionale anticorruzione. Per quanto riguarda invece l’ipotesi di un commissariamento del comune di Roma, Gabrielli ha detto di aspettare la relazione della commissione di accesso agli atti, come da procedura.

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