12 giugno 2015 14:58
Le donne saudite ottengono il diritto di votare (ma non di guidare). (Pigr, Vigousse, Svizzera)

Le donne dell’Arabia Saudita potranno votare e candidarsi per la prima volta alle elezioni municipali previste per dicembre. La partecipazione femminile era stata promessa dal vecchio re Abdullah nel settembre del 2011, durante le primavere arabe. Ora si passa dalle parole ai fatti.

“È una vittoria molto importante, frutto di dieci anni di combattimenti”, ha detto a Le Monde la storica e attivista Hatoon al Fassi, nota nel paese perché, a differenza di quasi tutte le donne saudite, indossa un copricapo bianco che lascia vedere i capelli. Lei e gli altri esponenti della piccola comunità dei liberali sauditi avevano temuto che il nuovo sovrano Salman, salito al potere all’inizio del 2015 dopo la morte di Abdullah, non mantenesse le promesse del suo predecessore.

Il sospetto era dovuto soprattutto al grande potere acquistato dal ministro dell’interno Mohamed Bin Nayef, promosso a principe ereditario dal re, che ha sempre represso la lotta delle donne saudite per conquistare il diritto di guidare. All’inizio di quest’anno, due giovani alla guida di un’auto sono entrate in Arabia Saudita ​​dagli Emirati Arabi Uniti e hanno pagato il gesto con diverse settimane di prigione.

Per evitare di irritare i tradizionalisti, le autorità hanno chiarito che anche le votazioni del 12 dicembre dovranno obbedire ai princìpi di segregazione tra i sessi in vigore nel paese. Le donne avranno seggi riservati e le candidate non potranno mostrare il volto sui loro manifesti o volantini. Una trentina di donne ha deciso di candidarsi alle elezioni comunali, ma la forte influenza degli ultraconservatori rende scettiche le militanti sulla probabilità di essere elette. “La causa delle donne saudite avanza a piccoli passi”, considera Al Fassi.

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