15 giugno 2015 15:38

Un funzionario del ministero della difesa russo ha dichiarato che qualunque dispiegamento di armi pesanti statunitensi nei paesi dell’Europa dell’est e del Baltico sarà considerato come “il passo più aggressivo compiuto dal Pentagono dai tempi della guerra fredda”. Lo ha confermato l’agenzia di stampa russa Interfax. Il generale Yuri Yakubov ha aggiunto che Mosca aumenterà le sue forze sul confine occidentale, dispiegando unità aeree e terrestri. Inoltre sarà accelerato l’invio di nuovi missili Iskander nell’enclave russa di Kaliningrad, tra la Polonia e la Lituania, e saranno dispiegate le truppe in Bielorussia.

È la risposta della Russia alla notizia, rivelata dal New York Times il 13 giugno, secondo cui il Pentagono starebbe considerando l’ipotesi di inviare in modo permanente armi pesanti nei paesi baltici e dell’Europa orientale aderenti alla Nato, come Polonia, Lituania e Romania. L’iniziativa avrebbe l’obiettivo di scoraggiare una possibile aggressione della Russia in Europa. Secondo alcuni funzionari statunitensi, il piano prevederebbe di inviare sul terreno carriarmati, veicoli da combattimento per la fanteria e altre armi pesanti, oltre a cinquemila militari.

La Polonia e la Lituania hanno confermato che sono in corso negoziati con Washington per dispiegare in modo permanente armi pesanti statunitensi all’interno dei loro confini. Il ministro della difesa polacco, Tomasz Siemoniak, ha dichiarato di aspettarsi una decisione da parte degli Stati Uniti già entro le prossime settimane.

La proposta deve ancora essere convalidata dal segretario della difesa Ashton B. Carter e dalla Casa Bianca. Se fosse approvata sarebbe la prima volta dalla fine della guerra fredda che gli Stati Uniti schierano forze militari negli stati dell’Europa dell’est e nei paesi baltici, entrati nella Nato nel 2004 e in passato sotto la sfera d’influenza sovietica.

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