04 luglio 2015 14:04

Il parlamento islandese ha abolito una legge, in vigore dagli anni quaranta, che puniva la blasfemia con pene che potevano andare da una multa fino a tre mesi di carcere. Il 2 luglio è stato approvato il progetto di legge presentato dal Partito dei pirati dopo l’attentato in Francia contro il settimanale satirico Charlie Hebdo a gennaio del 2015.

“Il parlamento islandese ha stabilito che la libertà non arretra di fronte agli attacchi”, hanno detto gli esponenti del Partito dei pirati che durante le dichiarazioni di voto hanno gridato “Je suis Charlie”, lo slogan che fece il giro del mondo dopo la strage in cui rimasero uccise 12 persone a Parigi.

A favore della misure si era espressa la chiesa protestante islandese, mentre i cattolici e i pentecostali si erano schierati contro la norma, affermando che “se la libertà d’espressione deve permettere di insultare liberalmente l’identità di una persona di fede, questo implica che siano minacciate proprio le libertà individuali”. Secondo i sostenitori della legge, le nuove misure assicurano comunque che l’incitamento all’odio sia ancora perseguito penalmente.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it