04 luglio 2015 17:25
Yanis Varoufakis. (Corbis/Contrasto)

Il ministro delle finanze greco Yanis Varoufakis ha definito terroristica la retorica dei creditori di Atene che hanno chiesto agli elettori di votare sì al referendum di domenica 5 luglio.

“Quello che stanno facendo con la Grecia ha un nome: terrorismo”, ha detto Varoufakis in un’intervista al quotidiano spagnolo El Mundo. “Perché ci hanno costretto a chiudere le banche? Per instillare la paura nella gente. E quando si diffonde il terrore, questo si chiama terrorismo. Ma confido sul fatto che la paura non vinca”.

Tuttavia, ha proseguito, “quale che sia il risultato del referendum, lunedì ci sarà un accordo, di questo sono assolutamente sicuro”, perché “l’Europa ha bisogno di un accordo, la Grecia ha bisogno di un accordo e raggiungeremo un accordo”. Qualora dovesse vincere il sì, Atene raggiungerà “un accordo non solo cattivo, ma pessimo perché insostenibile”. Se invece dovesse vincere il no, il premier greco Alexis Tsipras potrà proseguire il negoziato per arrivare a un “accordo migliore”, ha detto Varoufakis.

Il ministro delle finanze greco ha ribadito che in caso di una vittoria del sì, auspicata da Bruxelles e dalla troika “per poter umiliare i greci”, lui si dimetterà perché “non voglio mettere la mia firma su su accordo che sono convinto sia un male per la Grecia e un male per l’Europa. Non sarò complice di questo”.

Il ministro greco ha anche accusato i creditori di voler fare della “Grecia un esempio per gli altri” nel momento in cui in Spagna il partito della sinistra radicale, Podemos, alleato di Syriza, sta conquistando forza in vista delle prossime elezioni: “Credo che in tutta Europa servano partiti come Syriza e Podemos, partiti critici verso il sistema, ma al tempo stesso europeisti e democratici. Quelli che ci odiano ci vogliono dipingere come antieuropei, ma non è vero, non lo siamo”.

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