07 luglio 2015 08:17
Le macerie della casa di Khaled al-Anduli, un comandante dei ribelli houthi, dopo il bombardamento saudita nella capitale dello Yemen, Sanaa, il 6 luglio 2015. (Khaled Abdullah, Reuters/Contrasto)

Almeno cento persone sono rimaste uccise ieri in una serie di raid aerei condotti dalla coalizione a guida saudita sullo Yemen. L’agenzia di stampa Saba, sotto l’influenza dei ribelli houthi che al momento controllano il paese, riferisce di almeno 54 morti causati dai bombardamenti nella provincia di Amran, a nord della capitale Sanaa, in una zona di mercato del distretto di Eyal Yazeed. Altri attacchi avrebbero colpito il mercato di al Foyoush, nello Yemen meridionale, uccidendo 40 persone, e un posto di blocco houthi lungo la strada che collega Aden a Lhaj, dove i morti sarebbero stati 30.

Nessun portavoce della coalizione saudita ha voluto commentare a Reuters l’intensificarsi dei raid, anche se in passato la coalizione aveva cercato di escludere obiettivi civili.

La coalizione guidata dall’Arabia Saudita sta bombardando lo Yemen dal marzo scorso, quando sono cominciati i raid contro le forze ribelli houthi, sostenute dall’Iran, che controllano ampie porzioni del paese. I ribelli islamici houthi, attivi in Yemen dal 2004, lo scorso gennaio con un colpo di stato hanno destituito il presidente Abed Rabbo Mansour Hadi, ora in esilio nella capitale dell’Arabia Saudita, Riyad. La coalizione saudita intende cacciare gli houthi da Sanaa e ristabilire Hadi alla guida dello stato.

Le Nazioni Unite si sono appellate ai sauditi per porre fine ai raid aerei che, secondo le stime, avrebbero già causato più di tremila morti. La scorsa settimana l’inviato speciale dell’Onu per lo Yemen, Ismail Ould Cheikh Ahmed, ha cercato di ottenere un cessate il fuoco dai rappresentanti houthi e dalla coalizione saudita per permettere il passaggio di aiuti umanitari nel paese, in applicazione di una risoluzione delle Nazioni Unite passata nel mese di aprile. La tregua dovrebbe cominiciare il 17 luglio, a pochi giorni dall’Eid, la festività che marca la fine del mese di digiuno islamico del Ramadan. Secondo la Reuters, i ribelli houthi sarebbero pronti a rispettare il cessate il fuoco. Il portavoce del presidente in esilio Hadi ha dichiarato che la coalizione sta tenendo “consultazioni per ottenere garanzie sul successo della tregua”.

La scorsa settimana le Nazioni Unite hanno classificato la guerra in Yemen come crisi umanitaria di livello tre, al pari della Siria, stimando oltre un milione di profughi in fuga dal paese. Medici senza frontiere dice che le sue strutture nel paese sono sovraccariche: i feriti civili nei raid aerei si contano a centinaia. Amnesty international ha denunciato i bombardamenti indiscriminati della coalizione saudita, condotti in violazione delle leggi internazionali che impongono di proteggere la vita dei civili.

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