22 luglio 2015 18:02
Il fondatore di Sutka City Tv, Andrijano Dzeladin. (Cécile de Sèze , Rtl.fr)

“Nel 2010 stavo ascoltando alla radio un programma che raccontava dello sgombero di un campo rom. Parlavano di noi utilizzando i soliti luoghi comuni, allora ho preso il telefono e ho chiamato l’emittente radiofonica per spiegare che noi rom non siamo tutti mendicanti e ladri. Ero arrabbiato e quando mi hanno collegato con lo studio sono riuscito a dire solo: ‘Vi mostrerò il vero volto dei rom’. È stato allora che mi è venuta in mente l’idea un po’ folle di creare una tv dedicata alla mia gente”.

Due anni dopo quel suo goffo intervento radiofonico, Andrijano Dzeladin, trentatreenne rom di origini macedoni, realizza il suo sogno e fonda Sutka City Tv, la prima televisione rom al mondo, l’unica interamente in lingua romanì. Per spiegare a tutti chi sono veramente i rom. “L’ho chiamata Sutka, come il quartiere di Skopje in cui sono nato, l’unico al mondo in cui i rom sono la maggioranza”, spiega Dzeladin.

La sede di Sutka City Tv si trova nel diciannovesimo arrondissement di Parigi, in un bilocale di una cinquantina di metri quadrati con la moquette blu e i cavi elettrici che corrono dappertutto. Una stanza con tre monitor e un mixer fa da regia e l’altra con le telecamere, i microfoni, una scrivania e due sedie messe davanti a una parete verde serve per le riprese televisive. La magia della televisione trasforma la parete verde nello sfondo di uno studio televisivo degno delle migliori emittenti francesi e su questo sfondo ogni giorno, dalle 19 alle 20.30, Dzeladin conduce il suo programma culturale in romanì.

I telespettatori chiamano da casa e discutono insieme a lui degli argomenti più vari, di questioni che riguardano la comunità, fanno dediche e chiedono di ascoltare canzoni zigane. Per il resto della giornata il canale trasmette programmi di cucina e tantissimi video musicali. “Nella cultura rom la musica è importantissima e negli ultimi anni la nostra musica viene sempre più apprezzata anche al di fuori delle comunità rom”, dice Dzeladin.

Il suo obiettivo è infrangere i tanti pregiudizi sulla cultura rom. “Al mondo ci sono più di 15 milioni di rom, la maggior parte di questi vive in maniera sedentaria. La gente ci crede tutti fannulloni e malviventi, ma non è così. Ci sono rom attori, medici, ingegneri, pittori, insegnanti, giornalisti. La nostra è una cultura ricca: abbiamo la nostra lingua, la nostra bandiera, il nostro inno ma non abbiamo una nostra nazione”, spiega il fondatore di Sutka City Tv.

Per il momento nella tv lavorano solo in due, ma il sogno di Dzeladin sarebbe quello di portare la sua piccola emittente televisiva in ogni nazione. “Vorrei creare una Cnn dei rom” dice, un po’ scherzando e un po’ credendoci davvero.

“Facciamo fatica a trovare sponsor”, racconta Andrijano. “Quando vedo che canali con ascolti inferiori ai nostri riescono a prendere sponsor importanti, mi dico che Sutka non è trattata come le altre televisioni”. Ma l’anchorman non si dà per vinto: “Noi rom abbiamo qualcosa che nessun altro possiede: sappiamo cavarcela anche nelle situazioni più difficili”.

Questo articolo è stato pubblicato su Redattore Sociale.

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