27 luglio 2015 13:34

La camera italiana ha cominciato a discutere la riforma del processo penale. Il disegno di legge ha lo scopo di accorciare i tempi dei procedimenti, come chiede Bruxelles, e contiene una delega al governo sulle intercettazioni.

Il testo arriva in aula dopo aver provocato molte polemiche nella commissione giustizia di Montecitorio, che l’ha esaminato per giorni e l’ha approvato venerdì. Lo scontro tra maggioranza e opposizioni si è concentrato soprattutto sul tema delle intercettazioni. Il disegno di legge lascia all’esecutivo il compito di legiferare sulla questione. Ma la commissione ha approvato un emendamento proposto da Alessandro Pagano del Nuovo centro destra (Ncd) che introduce il carcere per chi pubblica il contenuto di intercettazioni rubate.

L’emendamento aggiunto al disegno di legge dice: “Chiunque diffonda, al fine di recare danno alla reputazione o all’immagine altrui, riprese o registrazioni di conversazioni svolte in sua presenza e fraudolentemente effettuate, è punito con la reclusione da 6 mesi a 4 anni”.

Subito sono arrivate le critiche dell’opposizione, che pur votando contro non è riuscita a bloccare la modifica. Per il Movimento 5 stelle si tratta di una “legge bavaglio” che limita il diritto dei cittadini di informarsi.

L’introduzione di questo emendamento nel disegno di legge ha aperto fratture anche nella maggioranza. Per il ministro della giustizia, Andrea Orlando, del Partito democratico, non va bene né dal punto di vista formale, né del contenuto: “I giornalisti non c’entrano, fanno il loro lavoro. Si deve punire solo chi fa registrazioni private, non chi le pubblica”.

Il Nuovo centro destra non vuole rinunciare alla sua modifica. Pagano ha spiegato: “La ratio autentica della norma è evitare che conversazioni rubate tra privati, senza alcuna rilevanza penale, vengano date in pasto all’opinione pubblica per puro gossip ledendo l’immagine delle persone coinvolte. Un principio di civiltà giuridica e che si richiama a valori costituzionali. Questo è un emendamento ‘tutela privacy’, non anti-giornalisti”.
Per fermare le polemiche, il Pd dovrebbe presentare in aula un altro emendamento che modifichi quello firmato da Pagano e che chiarisca la volontà di non toccare il diritto di cronaca.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it