28 luglio 2015 15:00
Il sindaco Ignazio Marino a Roma, l’8 dicembre 2014. (Stefano Rellandini, Reuters/Contrasto)

Il sindaco di Roma, Ignazio Marino, ha annunciato la sua nuova giunta, la terza in poco più di un anno. Marino ha sostituito alcuni assessori e il vicesindaco, che si sono dimessi nei giorni scorsi.

La nuova giunta
Il nuovo vicesindaco al posto di Luigi Nieri è Marco Causi, che ha già fatto parte della giunta di Walter Veltroni e ha anche la delega al bilancio (al posto dell’assessora Silvia Scozzese).

Il nuovo assessore ai trasporti, che sostituisce Guido Improta, è Stefano Esposito, senatore torinese del Partito democratico. Nominato commissario sul territorio di Ostia a febbraio in seguito allo scandalo di Mafia capitale, è noto anche per il suo impegno contro il movimento No tav in Val di Susa. Il nuovo assessore alla scuola invece è Marco Rossi Doria, già ex sottosegretario all’istruzione nei governi Monti e Letta. Luigina Di Liegro, nipote del fondatore della Caritas diocesana di Roma Don Luigi Di Liegro, è la nuova assessora al turismo, un assessorato che prima era accorpato a quello della cultura.

Nonostante il rimpasto, la posizione di Marino resta molto delicata dal punto di vista politico. Il sindaco è contestato all’interno del suo stesso partito, il Pd. E dovrà fare a meno dell’appoggio di Sinistra ecologia e libertà, che ha deciso di non partecipare alla giunta. Lo stesso premier Matteo Renzi, in una lettera al quotidiano Il Messaggero, ha espresso preoccupazione per il governo della capitale, invitando la giunta a “dare un segnale”.

I problemi di Roma
Negli ultimi mesi la capitale ha dovuto affrontare diverse questioni, legate in particolare alle infiltrazioni della criminalità organizzata, ai disservizi nel trasporto pubblico e nello smaltimento dei rifiuti. Recentemente il dibattito è stato alimentato anche da alcuni articoli usciti sulla stampa straniera, in particolare quelli sul New York Times e su Le Monde, che hanno denunciato il degrado di Roma e la frustrazione dei suoi cittadini.

Le crisi della giunta Marino si è aggravata nel dicembre 2014, quando è scoppiato il caso Mafia capitale, nato da un’inchiesta della procura di Roma sulle collusioni tra mafia e politica. L’operazione ha svelato l’esistenza di una potente rete criminale, guidata secondo gli inquirenti da Massimo Carminati, ex esponente del gruppo terrorista neofascista Nuclei armati rivoluzionari (Nar) e affiliato alla banda della Magliana.

L’organizzazione avrebbe messo le mani su diversi appalti pubblici assegnati dal comune di Roma e dalle sue società controllate. Nell’indagine è rimasto coinvolto anche il mondo delle cooperative romane, in particolare quelle che fanno capo a Salvatore Buzzi. Tra gli indagati anche l’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno.

Un altro problema è quello dell’Atac, l’azienda dei trasporti pubblici. L’Atac è vicina al fallimento e il piano di risanamento dei conti proposto da Ignazio Marino è fallito. Il 27 luglio il sindaco ha annunciato una ricapitalizzazione da 178 milioni di euro, aprendo all’ipotesi di un partner industriale, e la sostituzione dell’intero consiglio di amministrazione.

Ma i contrasti tra il Campidoglio e i lavoratori dell’Atac restano forti: dall’inizio di luglio diversi macchinisti e parte del personale hanno cominciato un cosiddetto “sciopero bianco”, dandosi malati e segnalando guasti inesistenti. Il risultato è che per giorni molti treni hanno subìto ritardi, bloccando il trasporto pubblico della città e scatenando le proteste dei viaggiatori.

I lavoratori dell’Atac hanno contestato la decisione dell’azienda di obbligarli a timbrare il cartellino all’inizio e alla fine del servizio. Protestano anche contro la riforma del contratto che gli imporrà di guidare di più (macchinisti alla guida per 950 ore all’anno, autisti per 6 ore e 20 minuti al giorno). Il 17 luglio l’Atac e i sindacati hanno firmato un accordo sulla produttività, che prevede i nuovi orari e il timbro del cartellino. Ma i disagi e i ritardi sui mezzi pubblici vanno avanti.

Tra le altre questioni in sospeso c’è quella dei conti del Campidoglio: la giunta dovrà approvare entro il 31 luglio l’assestamento di bilancio 2015.

Un altro problema riguarda l’Ama, l’azienda municipalizzata che si occupa dello smaltimento dei rifiuti, accusata di inefficienza e colpita anche da diverse inchieste della magistratura, compresa quella su Mafia capitale.

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