07 settembre 2015 16:51

L’Ungheria ha da poco approvato una riforma della legge sul diritto d’asilo e ha introdotto misure più restrittive dal 1 agosto del 2015.

La riforma, che insieme ad altre politiche attuate dal governo ungherese va nella direzione della repressione del fenomeno migratorio, ha scatenato le critiche delle associazioni che si occupano di rifugiati e della comunità internazionale.

Dall’inizio del 2015 sono arrivati in Ungheria circa 90mila profughi, il doppio del 2014, la maggior parte provenienti da zone in conflitto come la Siria, l’Afghanistan e l’Iraq. Lilla Zentai dell’associazione Menedék-migránsokat segítő egyesület (Associazione per accogliere i migranti) risponde a cinque domande sul diritto d’asilo.

Chi si occupa delle richieste d’asilo in Ungheria?

I richiedenti asilo in Ungheria devono presentare la loro domanda all’ufficio dell’immigrazione e della nazionalità (Oin).

Devono sostenere un’intervista affiancati da un interprete, mentre i funzionari dell’ufficio immigrazione li identificano per decidere se procedere con l’esame della domanda. I funzionari stabiliscono inoltre se mandare i profughi in un normale campo di accoglienza, in tutto quattro, o se ordinare la reclusione in strutture di detenzione, in attesa della risposta alla domanda d’asilo.

Questa pratica è stata denunciata da numerose associazioni internazionali come Amnesty international e Human rights watch: infatti i richiedenti asilo, in particolare i minori, non dovrebbero mai essere tenuti in detenzione.

Chi può ottenere asilo in Ungheria?

Tutti i cittadini stranieri in teoria possono chiedere asilo in Ungheria. Nella fase preliminare dell’esame della domanda le autorità decidono se il richiedente asilo ha i requisiti per procedere.

La nuova legge prevede che la domanda d’asilo sia respinta per chi è entrato in Ungheria da un paese terzo considerato sicuro, come la Serbia. Se si considera che il 99 per cento dei richiedenti asilo in Ungheria, la maggior parte dei quali di origine siriana, entra nel paese dalla Serbia si comprende la natura restrittiva della legge ungherese.

Inoltre i cittadini trovati senza documenti devono contattare le autorità nel paese d’origine per ottenerli o recuperarli. Ma questa procedura espone i richiedenti asilo al rischio di essere perseguitati insieme alle loro famiglie che sono rimaste in patria.

Quanto deve aspettare un richiedente asilo per sapere se la sua domanda è stata accettata?

In Ungheria i richiedenti asilo devono “essere rintracciabili dalle autorità”, e per questo devono aspettare la decisione delle autorità restando in un campo di accoglienza o in un campo di detenzione.

Possono rimanere in un campo da 30 giorni fino a sei mesi, in attesa che la domanda sia esaminata. Di solito per esaminare una domanda servono dai tre ai sei mesi. I richiedenti asilo possono chiedere di alloggiare in case private in attesa della decisione delle autorità, ma devono assicurare di essere rintracciabili e fornire un indirizzo preciso e un numero telefonico.

La riforma del diritto d’asilo in Ungheria ha introdotto misure per velocizzare il processo della concessione dell’asilo. Se la domanda è respinta, è possibile presentare appello solo entro tre giorni.

Cosa offre l’Ungheria ai rifugiati?

I rifugiati in Ungheria possono ricevere un sussidio per due anni. Nei primi sei mesi il sussidio è di 300 euro, che vengono decurati del 25 per cento ogni sei mesi.

Le autorità non offrono alloggi ai rifugiati, ma alcune associazioni cercano di mettere a disposizione degli alloggi popolari. Inoltre la chiesa battista ha un programma di aiuti e di alloggi per i rifugiati, che hanno accesso al welfare come i cittadini ungheresi e ricevono l’assistenza dei servizi sociali per quanto riguarda la loro integrazione.

Qual è la situazione nei campi di accoglienza in Ungheria?

I campi sono sovraffollati e le condizioni di vita in alcuni casi sono disumane.

Inoltre sono state presentate delle denunce per un eccessivo ricorso alla detenzione, anche di minori, per violazioni dei diritti umani e per abusi commessi dalle forze dell’ordine. Le deportazioni forzate di profughi al confine tra Serbia e Ungheria sono frequenti.

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