27 settembre 2015 15:02

I raid della Francia. La Francia ha cominciato a bombardare le postazioni del gruppo Stato islamico in Siria, dopo due settimane di voli di ricognizione sul territorio siriano. La presidenza francese ha annunciato di aver condotto i primi attacchi “sulla base delle informazioni raccolte nelle operazioni aeree delle ultime due settimane” senza precisare né l’obiettivo né il luogo esatto dei raid.

Si tratta di un intervento di “legittima difesa” ha sottolineato l’Eliseo, insistendo sulla necessità di “lottare contro la minaccia terroristica rappresentata dal gruppo Stato islamico” in coordinamento con gli alleati della regione. Le prime missioni di ricognizione francesi nei voli siriani erano cominciate all’inizio di settembre dopo l’annuncio del presidente François Hollande, nell’ambito delle attività che la Francia porta avanti per prevenire nuovi attentati.

Da un anno l’esercito francese è impegnato in Iraq contro il gruppo terroristico con caccia Rafale e Mirage 2000 e un contingente di oltre 700 effettivi, ma in Siria si limitava finora a inviare armi e strumenti di telecomunicazione per i ribelli.

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I foreign fighter. Secondo fonti statunitensi citate dal New York Times, circa trentamila combattenti provenienti da oltre cento paesi hanno raggiunto dal 2011 l’Iraq e la Siria per combattere al fianco dei jihadisti. Un anno fa, le stesse fonti avevano valutato che i volontari internazionali arruolati dallo Stato islamico fossero la metà, ossia quindicimila. Tra questi ci sarebbero oltre 250 cittadini statunitensi.

La notizia anticipa un rapporto del congresso statunitense sull’entità della partecipazione internazionale allo sforzo terroristico e militare jihadista in Medio Oriente, che sarà presentato martedì, in un momento in cui l’amministrazione Obama si confronta con il fallimento di un programma di addestramento per le forze ribelli siriane che avrebbero dovuto combattere contro i jihadisti. L’iniziativa è costata al Pentagono 500 milioni di dollari ma ha prodotto solo un pugno di combattenti, sottolinea il quotidiano newyorkese.

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L’accordo tra intelligence. Nel frattempo l’Iraq ha concordato con Russia, Siria e Iran la nascita di un comitato di coordinamento tra servizi segreti per combattere contro lo Stato islamico. Al comitato prenderanno parte rappresentanti dei quattro paesi per condividere le informazioni dell’intelligence militare, ha spiegato un portavoce del premier iracheno Haider al Abadi. È solo l’ultimo capitolo del nuovo sforzo militare e diplomatico di Mosca contro i jihadisti, a sostegno del regime siriano di Bashar al Assad. I presidenti degli Stati Uniti Barack Obama e della Russia Vladimir Putin si incontreranno domani a New York, a margine dei lavori dell’assemblea generale delle Nazioni Unite.

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