07 ottobre 2015 12:12

Il dipartimento di giustizia degli Stati Uniti ha deciso il rilascio anticipato di seimila detenuti nelle carceri federali per cercare di risolvere il problema di sovraffollamento delle strutture penitenziarie. Il provvedimento riguarda condannati per reati non violenti legati alla droga. Sarà la più grande scarcerazione di gruppo mai decisa nel paese.

Il nuovo corso per i reati connessi alla droga. L’anno scorso la Sentencing commission, un’agenzia indipendente del governo federale che si occupa di orientare l’entità delle condanne, ha ridotto le pene per coloro che commettono crimini non violenti legati alla droga. Il provvedimento, entrato in vigore il 1 novembre del 2014, è stato reso retroattivo e questo ha permesso il rilascio anticipato di seimila detenuti, dal 30 ottobre al 2 novembre. Due terzi delle persone interessate dal provvedimento passeranno un periodo di tempo in comunità o saranno messe agli arresti domiciliari e successivamente in libertà vigilata. I rimanenti non sono cittadini statunitensi e dunque saranno mandati nei loro paesi d’origine.

A luglio, il presidente Barack Obama aveva commutato le sentenze per 46 detenuti condannati per lo stesso tipo di reati. La decisione del presidente aveva portato a 89 il numero di carcerati che hanno beneficiato della sospensione dell’esecuzione della pena durante il mandato di Obama, cominciato nel gennaio del 2009.

Nel 2014 uno studio del dipartimento di giustizia ha analizzato i tassi di recidiva dopo che nel 2007 le pene per i reati legati al traffico di crack e cocaina sono state alleggerite. I dati raccolti mostrano che non ci sono differenze nella tendenza a commettere nuovi reati tra i detenuti che sono stati rilasciati in anticipo e quelli che sono rimasti in carcere fino al termine della loro condanna.

Le conseguenze sulla popolazione carceraria. La Sentencing commission ha stimato che circa la metà dei detenuti nelle carceri federali per reati legati alla droga potrebbe fare richiesta per il rilascio anticipato. Si tratta di circa 46mila persone, di cui le seimila che saranno liberate a breve sono una prima frazione.

Le prigioni federali costano agli Stati Uniti circa nove milioni di dollari ogni anno (equivalenti a circa otto milioni di euro). Dal 1980, la popolazione carceraria nei penitenziari federali è cresciuta dell’800 per cento e la capacità delle prigioni è stata superata del 32 per cento e del 52 per cento per quanto riguarda le carceri di massima sicurezza.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it