04 novembre 2015 18:56

Il Regno Unito nel pomeriggio ha cancellato tutti i voli provenienti o diretti a Sharm el Sheikh, dopo che l’ufficio del primo ministro ha rivelato che in Sinai l’Airbus A321 della compagnia russa Kogalymavia potrebbe essere precipitato per l’esplosione di una bomba che si trovava a bordo.

Mentre proseguono le indagini sul disastro aereo in cui il 31 ottobre sono morte 224 persone, una portavoce di Downing street ha riferito che “man mano che vengono alla luce nuove informazioni, si teme che l’aereo sia precipitato a causa di un ordigno” anche se, per il momento, non ci sarebbero certezze.

Londra ha mandato a Sharm un team di esperti dell’aeronautica per una serie di verifiche sulla sicurezza dei voli e il primo ministro David Cameron ha convocato un vertice dei responsabili della sicurezza e della difesa.

Una nuova rivendicazione. La Provincia del Sinai, un gruppo jihadista egiziano affiliato allo Stato islamico, ha pubblicato su Twitter un messaggio audio per riaffermare la sua responsabilità nella tragedia. Nella registrazione, i jihadisti preannunciano anche future rivelazioni sulle modalità con cui avrebbero abbattuto l’aereo.

La pista jihadista. Se autenticata, si tratterebbe della seconda rivendicazione del gruppo, che aveva già sostenuto di aver attaccato l’aereo nel giorno del disastro. Il presidente egiziano Abdul Fattah al Sisi ha subito smentito l’ipotesi di un coinvolgimento delle milizie jihadiste contro cui l’esercito regolare egiziano combatte nella penisola del Sinai, citando il parere degli esperti secondo cui gruppi come la Provincia del Sinai non dispongono delle capacità militari per abbattere un aereo a più di diecimila metri di altitudine.

L’esplosione in volo. Se gli inquirenti non hanno ancora escluso la pista terroristica tra le possibili cause del disastro, più fonti e indizi hanno portato a pensare che lo schianto sia stato provocato da un’esplosione dell’aereo durante il volo piuttosto che dal suo abbattimento. Un tecnico della squadra internazionale che sta analizzando la scatola nera del velivolo ha riferito sotto anonimato all’agenzia di stampa Reuters che l’aereo non sarebbe stato colpito dall’esterno e che il pilota non ha lanciato alcun messaggio di allarme prima che il mezzo scomparisse dai radar. A ciò si aggiungono altri elementi:

  1. una fonte militare statunitense ha riferito alla Cnn che un satellite ha rilevato un “lampo di calore” poco prima che l’aereo precipitasse; un simile fenomeno potrebbe essere stato causato da un’esplosione dovuta a un malfunzionamento del motore o un problema strutturale, ma non si può escludere l’ipotesi di una bomba a bordo;
  2. l’agenzia di stampa russa Interfax ha citato una fonte del Cairo secondo cui la registrazione audio della cabina di pilotaggio conterrebbe rumori anomali in corrispondenza dei minuti precedenti il disastro aereo;
  3. Al Masry al Youm, un quotidiano egiziano, cita un’altra fonte tra gli inquirenti secondo cui l’analisi della scatola nera contiene elementi che avvalorano la tesi dell’esplosione di uno dei motori del velivolo.

In ogni caso, finora non è stata trovata traccia di esplosivo sui resti dell’aereo né sui corpi delle vittime.

Sempre meno voli. Più di dieci compagnie aeree hanno sospeso i voli le cui rotte prevedono di sorvolare il Sinai. Tra queste ci sono Air France, Lufthansa, Etihad, Emirates, Air Arabia, Royal Jordanian e Qatar Airways. Alitalia ha comunicato in una nota che nessuna rotta della compagnia sorvola “il deserto del Sinai o altre zone di guerra”.

Le ricerche. Le squadre di soccorso russe impegnate nella zona dell’impatto hanno esteso l’area di ricerca e attualmente stanno cercando i resti dei corpi dei passeggeri e dell’aereo in 40 chilometri quadrati. Per osservare il terreno dall’alto stanno impiegando dei droni.

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Più di 140 salme sono già state rimpatriate a San Pietroburgo e 33 vittime sono state identificate grazie all’esame del dna. Solo una delle salme è stata per ora consegnata ai parenti per la sepoltura.

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