04 dicembre 2015 17:23

Negli Stati Uniti la National rifle association (Nra), la lobby che difende il diritto al possesso delle armi da fuoco, assegna una valutazione (da A a F) ai politici in base ai loro sforzi per sostenere la causa in parlamento. Dopo la sparatoria del 2 dicembre a San Bernardino, che ha causato 16 morti, tra cui i due aggressori, i candidati alle presidenziali hanno voluto esprimere le loro condoglianze alle famiglie delle vittime, ma solo i democratici l’hanno fatto sollevando il problema del controllo delle armi. Il Guardian ha messo a confronto le loro dichiarazioni con i voti dell’Nra.

I candidati repubblicani

Carly Fiorina. L’ex amministratore delegata di Hewlett-Packard ha criticato il presidente Barack Obama e la candidata democratica Hillary Clinton per le loro dichiarazioni a favore di un maggiore controllo sulle armi dopo la sparatoria di San Bernardino. Fiorina ha detto: “Sappiamo che tra le persone che non dovrebbero possedere armi negli Stati Uniti, meno dell’1 per cento è incriminato: invece di chiedere più leggi come vuole Clinton, perché non rafforziamo quelle che abbiamo già?”. L’Nra nel 2010 aveva assegnato a Fiorina un A sulla fiducia, perché la candidata repubblicana non ha mai partecipato a votazioni parlamentari sul controllo delle armi.

Marco Rubio. Il candidato repubblicano di origine cubana ha invece ottenuto un B+, sempre nel 2010. Nel caso della sparatoria di San Bernardino, Rubio si è limitato a dedicare un pensiero alle vittime.

Ted Cruz e Jeb Bush. L’Nra ha assegnato un A+ sia a Cruz, nel 2010, sia a Bush, nel 2002. Cruz ha sollevato la possibilità che la sparatoria del 2 dicembre sia legata agli attentati terroristici di Parigi del 13 novembre, aggiungendo: “Anche se l’attuale amministrazione non se ne rende conto o non lo ammette, i nostri nemici ci hanno dichiarato guerra”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.
Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Gli outsider Ben Carson e Donald Trump. Il neurochirurgo in pensione di Detroit, candidato repubblicano, non è mai stato eletto al congresso e dunque non rientra nella classifica dell’Nra, così come Donald Trump. Carson ha detto che la sparatoria di San Bernardino è stata un “crimine d’odio”, Trump ha elogiato il lavoro delle forze dell’ordine.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.
Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

I candidati democratici

Molto diverso è il giudizio dell’Nra sui candidati democratici.

Hillary Clinton. Alla senatrice ed ex responsabile della diplomazia è stata assegnata una F. L’ex first lady, subito dopo aver ricevuto la notizia della sparatoria di San Bernardino, ha dichiarato sui social: “Ogni giorno novanta cittadini statunitensi muoiono a causa della violenza legata alle armi, che si tratti di omicidio, suicidio o di tragici ed evitabili incidenti. Ogni anno sono 33mila. È arrivato il momento di dire che faremo dei controlli all’origine”. Prima del dibattito tra i candidati democratici del 13 ottobre, l’Nra aveva criticato Clinton che poi aveva citato l’organizzazione tra i suoi principali nemici.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.
Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Bernie Sanders. Il senatore del Vermont, che si definisce socialista, ha sostenuto la necessità di un maggiore controllo sulle armi da fuoco dopo la sparatoria del 2 dicembre. Il tema è però stato finora uno dei punti deboli della candidatura di Sanders, che viene da uno stato rurale dove le armi sono molto diffuse e nei suoi trascorsi, anche da deputato, ha più volte votato per proteggere i diritti dei possessori di armi.

Per questo, l’Nra gli aveva attribuito una D- nel 2012, ma in precedenza gli aveva dato anche voti più alti: D+ nel 2004 e C- nel 2006. A luglio, in un’intervista alla Cnn, il candidato democratico ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un dibattito ragionevole sul controllo delle armi: c’è chi non le ama, ma in questo paese ci sono anche milioni di persone che possiedono un’arma e rispettano la legge”.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it