29 marzo 2016 18:52

Il 21 marzo il World trade & tourism council (Wttc), un organismo che raggruppa i maggiori esponenti dell’industria turistica mondiale, ha diffuso il suo rapporto annuale sulla situazione dei viaggi nel mondo. Il 2015 è stato un anno molto positivo per il settore: i viaggi e il turismo sono cresciuti del 3,1 per cento, generando direttamente 2,5 milioni di nuovi posti di lavoro e creandone in maniera indiretta altri 4,7 milioni. Un decimo del pil globale proviene dai viaggi e dal turismo, una percentuale che probabilmente crescerà grazie in parte alla Cina, le cui spese per il turismo in uscita sono cresciute del 67 per cento nell’anno precedente al settembre 2015. Secondo le previsioni del Wttc il settore crescerà globalmente del 3,3 per cento nel 2016 e del 4 per cento all’anno nel prossimo decennio.

“In questo ultimo anno le preoccupazioni relative alla sicurezza sono finite sotto i riflettori, e dobbiamo prevedere che questioni del genere continueranno a provocare difficoltà negli anni a venire”, avverta il rapporto nell’introduzione. “Notiamo che il settore continua a mostrare una buona capacità di ripresa e che i governi stanno facendo di tutto per garantire la sicurezza dei turisti e ridurre al minimo l’impatto delle minacce alla sicurezza. Incidenti come quelli a cui abbiamo assistito con stupore e tristezza negli ultimi mesi non impediranno alle persone di continuare a viaggiare, perché la vita va avanti comunque”. Poche ore dopo la diffusione del rapporto, l’aeroporto e una stazione della metropolitana di Bruxelles sono stati colpiti da attentati che hanno ucciso più di trenta persone.

È ancora troppo presto per prevedere le conseguenze economiche e geopolitiche della tragedia. Tenuto conto però del fatto che gli attentatori hanno colpito proprio le infrastrutture di trasporto, gli attacchi sollevano alcuni interrogativi: le previsione rosee del Wttc resteranno valide? O queste atrocità riusciranno nello scopo di terrorizzare la popolazione, inducendo le persone a pensarci due volte prima di viaggiare?

Ci sono voluti sei anni perché i viaggi dall’estero negli Stati Uniti tornassero ai livelli precedenti all’11 settembre

Nel breve periodo di sicuro gli attentati avranno un impatto sui viaggi, in particolare in Europa. Subito dopo la tragedia, il dipartimento di stato di Washington ha diramato un’allerta sui viaggi in Europa, avvertendo gli statunitensi dei rischi connessi al turismo nel continente. “Gruppi terroristi continuano a progettare nel breve periodo attacchi in tutta Europa, prendendo di mira eventi sportivi, siti turistici, ristoranti e mezzi di trasporto”, ha avvisato il dipartimento di stato. L’allerta resterà in vigore fino al 20 giugno.

Nel lungo periodo, tuttavia, i dati suggeriscono che il Wttc potrebbe aver avuto ragione a parlare della “capacità di ripresa” del settore che continuerà a crescere nonostante i nuovi pericoli. In un’altra ricerca, il Wttc ha misurato il tempo necessario affinché il turismo riesca a riprendersi dopo una serie di eventi avversi. I disordini politici rallentano il settore per un periodo medio di 27 mesi. I disastri ambientali fanno diminuire i viaggi per 24 mesi circa, le epidemie per 21 mesi, il terrorismo invece solo per 13 mesi.

Naturalmente ciascuna di queste categorie, compresa quella del terrorismo, presenta grandissime differenze. Secondo il dipartimento della sicurezza interna statunitense, ci sono voluti sei anni perché i viaggi dall’estero negli Stati Uniti tornassero ai livelli precedenti all’11 settembre 2001. Dopo il massacro di 58 stranieri e quattro egiziani a Luxor nel 1997, il turismo in Egitto è calato solo per un anno. L’anno successivo alle bombe sui treni di Madrid, che nel 2004 hanno ucciso 191 persone, e agli attentati del 7 luglio 2005 a Londra, in cui sono morte 52 persone, i turisti sono aumentati in entrambi i paesi.

Tuttavia gli attentati di Bruxelles non hanno generato solo paura, ma anche una terribile incertezza. Nessuno sa davvero quanto sia diffusa la minaccia terroristica in Europa; si sa solo che il terrorismo nel continente è ormai la nuova normalità. Di fronte a tante variabili sconosciute, resta da vedere se i viaggi e il turismo continueranno a mostrare la stessa capacità di ripresa del passato.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo di A.W. è apparso nel blog Gulliver dell’Economist.

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