21 maggio 2016 09:53

Lunedì mattina l’Austria si risveglierà con un presidente di estrema destra? Questa prospettiva, che sarebbe inedita nel paese dalla fine della seconda guerra mondiale e una novità in Europa, sembra ormai del tutto plausibile.

Dopo la sua grande vittoria al primo turno il 24 aprile il candidato dell’Fpö (Partito della libertà dell’Austria), Norbert Hofer, che aveva ottenuto il 35,1 per cento dei voti, si appresta a sfidare domenica l’ex dirigente dei Verdi Alexander van der Bellen (il 21,3 per cento). Secondo alcuni sondaggi la lotta al secondo turno rischia di essere all’ultimo voto.

Per il Wall Street Journal la spinosa questione dell’immigrazione, in parte all’origine dell’affermazione del partito del defunto Jörg Haider, avrà sicuramente un ruolo importante nella scelta degli elettori in un momento in cui il vecchio continente deve fare i conti con un afflusso senza precedenti di profughi.

Se Hofer dovesse vincere, il nuovo cancelliere socialdemocratico Christian Kern – della Spö, scelto il 13 maggio in sostituzione di Werner Faymann, che si era dimesso in seguito al risultato dell’Spö alle elezioni del mese scorso – dovrà trovare un modus vivendi con l’estrema destra.

In occasione della sua prima conferenza stampa, Kern, la cui esperienza politica è molto limitata, ha spiegato che era “del tutto inimmaginabile lavorare con dei partiti che istigano all’odio verso determinate persone e le minoranze”. Ma da allora il suo discorso si è fatto più sfumato, aggiunge il Daily Telegraph, spiegando che non poteva escludere a priori qualunque cooperazione con l’Fpö.

A sua volta anche Hofer ha moderato i termini delle sue affermazioni, affermando di non volere un referendum sull’appartenenza dell’Austria all’Unione europea, e neppure un’uscita dalla zona euro e dallo spazio Schengen.

Il giornalista del quotidiano liberale Der StandardMichael Völker pensa che il risultato di queste elezioni sarà molto conteso, ma l’identità di colui che si insedierà al palazzo di Hofburg avrà la sua importanza. E il giornalista conclude affermando che tutto dipenderà da quello che vogliono gli austriaci, “un presidente aperto sul mondo o un nazionalista che contribuirà all’isolamento del paese”.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

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