Vladimir Putin coltiva con cura le sue (rare) amicizie in Europa. In visita in Grecia, il 27 e 28 maggio, il presidente russo ha invocato il rafforzamento delle relazioni bilaterali con uno dei suoi più fedeli alleati del cecchio continente. Commercio, cultura e religione: questi sono stati i grandi assi della visita ricordando di passaggio l’importanza del legame spirituale che storicamente unisce Mosca e Atene.

I due paesi condividono infatti la fede ortodossa, che il padrone del Cremlino ha abbracciato pur avendo fatto parte del Kgb (i servizi segreti), che di certo, in epoca sovietica, non apprezzava gli uomini di chiesa.

La soluzione passa dal dialogo

Peraltro Vladimir Putin, ritenuto vicino a Cirillo I, patriarca di Mosca e di tutte le Russie, si è recato sul monte Athos per celebrare i mille anni della presenza russa nel luogo santo della fede ortodossa, strettamente vietato alle donne. Al di là di questa vicinanza religiosa, l’obiettivo della visita del leader russo era anche rispondere alle critiche occidentali nei confronti dell’annessione della Crimea avvenuta nel marzo del 2014. Putin ha affermato senza batter ciglio che la questione della penisola è “definitivamente chiusa”.

Anche sulla questione ucraina Putin ha trovato ad Atene orecchie comprensive. Difatti il premier greco (espressione della sinistra radicale) Alexis Tsipras, anche lui preso di mira da Bruxelles, non ha esitato a schierarsi con Mosca rimproverando all’Unione europea un atteggiamento ottuso. “Il circolo vizioso tra retorica da guerra fredda e sanzioni è improduttivo. La soluzione passa per il dialogo”, ha affermato Tsipras.

Basterà tale appello a convincere l’Ue, che deve pronunciarsi in giugno sull’eventuale proroga delle sanzioni contro la Russia? Probabilmente no. Tanto più che Vladimir Putin ha promesso di rispondere con fermezza all’installazione nell’Europa dell’est dello scudo antimissilistico statunitense, considerato come una sfida intollerabile alla sicurezza della Russia.

(Traduzione di Marina Astrologo)