27 giugno 2016 13:02

Il Partito popolare (Pp) guidato dal primo ministro uscente Mariano Rajoy è arrivato primo alle elezioni politiche del 26 giugno in Spagna, ottenendo 137 dei 350 seggi della camera bassa. Il Partito socialista (Psoe) di Pedro Sánchez è arrivato secondo, con 85 deputati. Non c’è stato il sorpasso di Unidos Podemos (l’alleanza di Podemos e Izquierda unida) annunciato dai sondaggi: il movimento guidato da Pablo Iglesias ha ottenuto 71 seggi, mentre Ciudadanos, il movimento di centrodestra di Albert Rivera, ha ottenuto 32 seggi. Per formare un governo sarà necessario creare una coalizione, ma i socialisti hanno già escluso un’alleanza con i popolari. Per i giornali spagnoli Rajoy deve comunque formare un governo, anche se di minoranza.

“Il Partito popolare si rafforza e il blocco delle sinistre perde terreno”
El País, Madrid

“La priorità assoluta è di rendere possibile un accordo che garantisca rapidamente un esecutivo stabile, correggendo così la peggior conseguenza della legislatura precedente”, che non era riuscita a produrre un governo, scrive l’editoriale non firmato del quotidiano. “Il risultato del Pp, chiaramente migliore di quello di dicembre, gli conferisce nuovamente l’iniziativa per tentare di formare il governo; speriamo che non lo rifiuti di nuovo. Il suo leader Mariano Rajoy può sentirsi ragionevolmente ricompensato con l’aumento dei seggi ottenuti, ma è lungi dal poter governare da solo. Deve tentare di formare un governo di ampio consenso e per questo deve aprire un dialogo responsabile e sincero”.

El País, il 27 giugno 2016.

“La Spagna chiede che governi Rajoy”
ABC, Madrid

“Il chiaro vincitore è Mariano Rajoy, anche se deve interpretare con cautela i risultati poiché non ha la maggioranza necessaria per essere sicuro di ottenere l’investitura”, si legge nell’editoriale del giornale conservatore. Per ABC “oggi comincia una fase politica che torna a mettere nelle mani del Pp e di Rajoy la responsabilità di formare il governo tramite accordi e negoziati con gli altri partiti. La corruzione è costata cara al Pp e non bisogna dimenticarlo. Molte cose devono cambiare nell’agenda quotidiana del partito. Senza la maggioranza assoluta il nuovo parlamento sarà ostile a Rajoy e i suoi disegni di legge non dipenderanno solo da Ciudadanos. Il futuro immediato sarà complicato, ma non più della legislatura che lo aspetta se verrà nuovamente investito come capo del governo”.

“Gli spagnoli danno un’altra possibilità a Rajoy”
El Mundo, Madrid

“Mariano Rajoy è il grande vincitore delle elezioni”, sancisce l’editoriale del giornale, secondo il quale “gli spagnoli hanno deciso di dare un’altra possibilità a Rajoy che, benché non abbia ottenuto la maggioranza sufficiente per governare, è l’unico leader che esce rafforzato da questo voto. È evidente che il Pp è riuscito ad attrarre il ‘voto utile’, come reazione all’annunciata avanzata che i sondaggi attribuivano a Podemos, raccogliendo così intorno al Pp il voto di centrodestra, a spese di Ciudadanos. […] Queste elezioni non hanno provocato un cambiamento radicale dello scenario politico, ma hanno portato leggere differenze che permettono di pensare che non ci sarà un nuovo voto e che i partiti saranno capaci di stringere nuovi accordi per formare un esecutivo stabile o, per lo meno, lasciare che governi la lista più votata”.

“Trionfo di Rajoy”
La Razón, Madrid

Nell’editoriale si legge che “il risultato della Brexit e la disastrosa uscita del Regno Unito ci hanno messo dinanzi a uno specchio: abbiamo bisogno dirigenti seri e Rajoy lo è. Sa quello che deve fare e ha un piano per mantenere la ripresa economica. […] Contrariamente a sette mesi fa, ora sappiamo quali sono i tempi e quello che bisogna fare per uscire dalla situazione di stallo. Da oggi i leader che antepongono gli interessi della Spagna a quelli del loro partito devono farsi sentire. Lo chiedono gli spagnoli ed è obbligatorio rispondere in fretta a questa richiesta”.

La Razón, il 27 giugno 2016.

“Rajoy si rafforza e Podemos non ottiene il ‘sorpasso’ del Psoe”
La Vanguardia, Barcellona

“La ripetizione delle elezioni ha dato una fotografia che somiglia a quella di sei mesi fa, con la differenza che alcuni voti di Ciudadanos sono andati (o tornati) al Pp”, scrive il direttore del quotidiano catalano, Màrius Carol, secondo il quale “gli elettori spagnoli sono divisi a metà tra destra e sinistra, e quindi sarà difficile riuscire a formare un nuovo governo. […] Queste elezioni hanno anche consentito a Mariano Rajoy di rafforzare notevolmente la sua posizione e hanno smentito il sorpasso di Podemos sul Psoe. […] Non sarà facile ottenere un accordo di legislatura, ma nessuno vuole una terza elezione, che non risolverà nulla e indebolirebbe la democrazia. Le prossime settimane si annunciano intense”.

“Rajoy chiede il suo ‘diritto a governare’ dopo la netta vittoria del Pp”
El Correo, Bilbao

Per Ramón Gorriarán “la fotografia somiglia a quella del 20 dicembre 2015, anche se si è spostata a destra. Quello che emerge il giorno dopo l’appuntamento elettorale è uno scenario nel quale gli accordi tornano a essere protagonisti, e ugualmente difficili, poiché nessuna coalizione naturale raggiunge la maggioranza nel congresso. […] La grande coalizione, in alcune varianti – con il voto a favore o l’astensione dei socialisti – torna a profilarsi in lontananza, ma il Psoe ha già detto di no. Le opzioni sono chiare: o l’astensione consente a Rajoy di formare un governo di minoranza o si forma un’alleanza con gli indipendentisti; altrimenti la Spagna andrà verso un terza votazione”.

El Correo, il 27 giugno 2016.

“Rajoy vince”
El Periódico, Barcellona

“Il gran vincitore del 26 giugno è Mariano Rajoy; il grande perdente, senza attenuanti, è Pablo Iglesias, che non ha messo a profitto l’alleanza con Izquierda unida e non ha ottenuto l’ambito ‘sorpasso’ del Psoe”, scrive il direttore Enric Hernández. Che aggiunge: “il centrodestra esce rafforzato dalla ripetizione elettorale; la sinistra decimata. Il verdetto delle urne mette in risalto l’errore commesso dal leader di Podemos dopo il 20 dicembre 2015 che, usando l’alibi del patto preventivo tra il leader del Psoe Pedro Sánchez e quello di Ciudadanos Albert Rivera, ha rifiutato l’accordo tra le tre forze politiche che si erano dette pronte, malgrado le loro differenze, a sloggiare il Pp dal potere.”

A cura di VoxEurop.

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