18 ottobre 2016 11:45

Le Nazioni Unite hanno annunciato il 17 ottobre un cessate il fuoco rinnovabile di 72 ore su tutto il territorio dello Yemen nella speranza di mettere fine a un conflitto che in diciotto mesi ha fatto quasi settemila morti e ha innescato una grave crisi umanitaria. La tregua entrerà in vigore alla mezzanotte del 19 ottobre, ha indicato l’inviato dell’Onu Ismail Ould Cheikh Ahmed.

Il presidente yemenita, Abd Rabbo Mansur Hadi, che lotta contro i ribelli sciiti houthi con il sostegno di una coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita, aveva annunciato in precedenza un cessate il fuoco di 72 ore che avrebbe potuto essere prolungato. Il mediatore dell’Onu presenta il nuovo accordo come un rinnovo della tregua che era entrata in vigore il 10 aprile, ma che poi era stata infranta. Ismail Ould Cheikh Ahmed ricorda che, secondo i termini dell’intesa di aprile, le parti in conflitto “hanno l’obbligo di permettere l’accesso umanitario e senza ostacoli” e devono interrompere ogni tipo di attività militare.

Aiuti immediati
La guerra ha costretto almeno tre milioni di yemeniti ad abbandonare le loro case dopo che nel marzo del 2015 è entrata in azione una coalizione militare araba sotto il comando saudita per sostenere le forze del presidente Hadi. Altri tre milioni di persone hanno bisogno di aiuti alimentari immediati e 1,5 milioni di bambini soffrono di malnutrizione, denuncia l’Unicef. I negoziati di pace, che si svolgevano in Kuwait con il patrocinio dell’Onu, sono stati interrotti il 6 agosto dopo tre mesi di colloqui infruttuosi.

La guerra oppone le forze del presidente Hadi ai ribelli houthi, alleati ad alcuni reparti dell’esercito rimasti fedeli all’ex capo di stato Ali Abdullah Saleh. I ribelli controllano la capitale Sanaa e le regioni del nord, dell’ovest e del centro del paese. Gli uomini di Hadi hanno ripreso il controllo di alcune zone del sud ma faticano ad avanzare nonostante un’intensa campagna di bombardamenti della coalizione araba, accusata di aver causato la morte di molte vittime civili con i raid aerei.

(Traduzione di Francesca Sibani)

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