22 agosto 2016 12:30

Un lunedì mattina di non molto tempo fa mi sono ritrovata a fare dei respiri profondi nel ripostiglio del mio ufficio a Manhattan. Lo scenario era troppo triste rispetto alle coste dell’Oregon, dove avevo trascorso la settimana precedente facendo escursioni sotto gli abeti rossi e avvistando gli spruzzi delle balene in mezzo al Pacifico. Non importa quanto ci piaccia la nostra casa o il nostro lavoro, tornare dalle vacanze può essere un’esperienza drammatica.

Il rientro, però, non deve per forza farci venire un attacco di panico. La pensa così la psicologa cognitiva Amanda Crowell. Ecco alcuni metodi collaudati, integrati con i suggerimenti di Crowell, per andare in vacanza – e tornare – sentendosi lucidi e riposati.

Prima di partire: organizzate il rientro
“Già prima di partire per le vacanze, fate in modo che sia un successo”, dice Crowell. Cosa ancora più importante, programmate il vostro ritorno a casa almeno un giorno prima del necessario: se dovete rientrare al lavoro di lunedì, cercate di tornare a casa sabato invece che domenica. Così avrete un po’ di tempo per superare un eventuale jet lag e avere un “periodo cuscinetto”.

Visualizzate il luogo in cui volete fare ritorno. Probabilmente vedrete biancheria pulita e un lavandino senza piatti sporchi. Se avete qualcuno che si occupa delle pulizie, chiedete di farle fare mentre siete fuori, così potrete tornare in una casa immacolata. Magari ci sarà perfino qualcosa da mangiare in freezer o una consegna a domicilio dal droghiere programmata subito dopo il vostro arrivo.

Quando siamo annoiati il nostro cervello non è vuoto

E potete fare qualcosa di simile anche per la scrivania in ufficio. Una lista di cose da fare potrà esservi utile dopo le vacanze? Se sì, buttatela giù. Programmate una risposta automatica alle email con la data del vostro rientro (non vergognatevi di scrivere uno o due giorni in più rispetto al rientro effettivo, così avrete un po’ di tempo per respirare). Fate di tutto affinché le necessità dei vostri colleghi possano essere soddisfatte in vostra assenza, così mentre sarete fuori non si accumuleranno le richieste. Non ditegli di chiamarvi o scrivervi se dovesse succedere qualcosa: dategli gli strumenti necessari per continuare a lavorare mentre sarete in vacanza e sconnessi. “Specificate chiaramente che non sarete disponibili”, dice Crowell.

Durante le vacanze: sconnettetevi, sconnettetevi, sconnettetevi
Ci sono molti motivi per andare in vacanza come se fossimo nel 1999. Forse il migliore è che concedendo una pausa ai vostri dispositivi farete lo stesso con il cervello.

Crowell descrive un effetto noto come “affaticamento dell’ego”, l’esaurimento mentale cumulativo che subiamo quando prendiamo molte decisioni senza dare al cervello la possibilità di ricaricarsi. Alla fine a risentirne saranno i nostri ricordi, la lucidità mentale e la produttività.

“Una buona vacanza offrirà al vostro ego il tempo per ricaricarsi senza cercare di gestire il vostro cervello, senza cercare di essere sempre sul pezzo, senza costringere la memoria a seguire gli stessi percorsi di quando siete al lavoro”, dice Crowell. “Il problema è che le persone si sentono in colpa quando vanno in vacanza. Non riconoscono che la vacanza è un vantaggio per la loro produttività e per il successo nel lavoro. Perciò controllano le email una volta al giorno, fanno rapide telefonate o pensano sempre al lavoro”.

Questo è controproducente. Allontanarsi dai dispositivi è il modo migliore per costruire le riserve mentali di cui abbiamo bisogno, dice Crowell. “Leggete un libro. Sfogliate una rivista. Fate del vostro meglio per annoiarvi”.

Questo riposo mentale contribuisce a produrre uno dei doni più preziosi di una vera vacanza, oltre che un nuovo punto di vista sulla vita di tutti i giorni. “Quando siete annoiati il vostro cervello non è vuoto”, dice Crowell. “Rovista tra i pensieri, opera connessioni, individua schemi. Un cervello a riposo, in realtà, è molto attivo”.

Questa prospettiva può condurre a piccoli e grandi cambiamenti di vita, dice Crowell. Forse capirete di voler fare un figlio o cambiare lavoro. O forse vorrete solo passare meno tempo su Facebook.

Al rientro: lucidità, propositi e bucato
Una volta a casa, usate il periodo-cuscinetto (il giorno in più compreso tra la fine delle vacanze e il rientro al lavoro) per mettere a frutto la nuova prospettiva. Disfare i bagagli, fare il bucato e organizzare i pasti vi preparerà al meglio per la settimana che vi aspetta. Ma è anche un buon momento per riflettere.

“Concedetevi un po’ di tempo per tornare nello spazio mentale del vostro lavoro”, dice Crowell. “Ricordate a voi stessi quello che fate al lavoro… perché vi piace, cosa avete bisogno di fare”. Questo vi aiuterà a fissare delle priorità per il vostro primo giorno in ufficio, quando molte persone e molti messaggi potrebbero contendersi la vostra attenzione.

Prima di salire sul volo di ritorno, io e il mio ragazzo ci siamo presi una ventina di minuti per annotare quello che avevamo fatto ogni giorno della nostra vacanza. In questo modo mi è sembrato che la nostra vacanza fosse durata di più – avevamo fatto così tante cose! – e la sensazione di aver sprecato del tempo è scomparsa.

Di nuovo a lavoro: mantenete la vostra serenità da vacanza
Ho scoperto che la prima settimana dopo il rientro dalle vacanze è un buon momento per cambiare abitudini e guardare le cose sotto una nuova prospettiva.

“Una buona vacanza vi fa fare un piccolo passo indietro rispetto alla fatica quotidiana”, dice Crowell. “E vi consente di chiedervi: ‘Sto vivendo in base ai miei valori? Sto dedicando abbastanza tempo ai miei figli? Sto facendo abbastanza ginnastica? Sto dormendo abbastanza?’. Vi offre lo spazio per progettare di fare qualcosa in modo diverso”.

Forse la cosa più intelligente che ho fatto in modo diverso di ritorno dalle mie vacanze è stata prendere appuntamento in anticipo per pranzare con la mia collega preferita. Sono inoltre una grande sostenitrice del metodo del timer pomodoro per riuscire a fare le cose quando sono sopraffatta, e ho avuto grandi soddisfazioni con questo timer online – che conteggia periodi di lavoro di 25 minuti e 5 minuti di pausa – nella prima settimana dopo il rientro.

Ma mi sono anche data una calmata. “Non trascorrete il vostro primo giorno in ufficio a pieno regime, perché sarà come subire uno shock culturale”, dice Crowell. “Fate una passeggiata di pomeriggio, così potrete mantenere un po’ di quel senso di riposo. In tutta sincerità, credo che dovreste farlo sempre”.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo è uscito su Quartz.

This article was originally published in Quartz. Click here to view the original. © 2016. All rights reserved. Distributed by Tribune Content Agency.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it