07 giugno 2016 11:29

Agli occhi di uno straniero Tripoli potrebbe somigliare a Gotham city. Potrebbe apparire priva di colori, crudele, senza vita e abbandonata. La pensavo anche io così tutte le volte che guardavo i notiziari e vedevo tutte quelle città in guerra in giro per il mondo. Adesso due cose sono cambiate: ho smesso di guardare i notiziari e vivo in una di quelle sfortunate città post belliche!

Adesso so che c’è molto di più di quello che si vede in tv: non ci sono solo gruppetti di gente arrabbiata che scorrazza tutto il tempo da una parte all’altra con i fucili in pugno. La vita continua e la gente riesce a trovare meccanismi di resistenza per tirare avanti.

Come trascorrono le sere i libici quando non sono occupati a schivare proiettili? I notiziari non faranno vedere un libico che legge un libro o che va a una mostra. Perciò, questo unicorno esiste davvero?

Alcuni potrebbero rispondere dicendo che i libici hanno molto in comune con gli italiani, e qualsiasi libico tipico non si lascerà sfuggire l’occasione di fare un commento irriverente come: “A dire il vero abbiamo imparato molte delle nostre cattive abitudini dagli italiani”. Se anche ci dovesse essere un frammento di verità in questa affermazione, dipenderebbe dall’effetto specchio (o effetto camaleonte).

Quando due persone sono sedute a un tavolo l’una di fronte all’altra, si instaura una naturale tendenza a imitare le inflessioni e le espressioni fisiche dell’altra, e per secoli noi siamo stati seduti gli uni davanti agli altri, guardandoci attraverso il Mediterraneo.

Una delle cose che si notano arrivando a Tripoli sono i bar: trascorriamo gran parte del nostro tempo al bar. Sono sicuro che ne troveresti uno adatto a te, qualunque cosa ti piaccia. Magari ti piace prendere il caffè e andare via subito; oppure stare seduto a un tavolo e goderti la vista del mare. Se sei un ciclista, esiste un bar anche per te. Se fai il tifo per l’Inter, il Real Madrid o il Milan (come me), c’è un bar per te, dove potrai guardare una partita con gli amici su un grande schermo, urlando e sbraitando quanto ti pare.

Se invece vuoi goderti un po’ di tempo con la tua ragazza e avere un po’ di privacy, puoi andare in un bar alla moda, magari uno di quelli al Gergarish, prendendo un tavolo al secondo piano lontano da sguardi indiscreti. Se sei come me, allora preferirai quelli più semplici e piccoli, dove preparano il caffè macchiato appena entri e ti chiedono: “Dove sei stato ieri? Va tutto bene?”.

La nostra vita è fatta di storie e almeno una di questa storie merita di essere raccontata

Il body building è uno sport che attrae molte persone a Tripoli. Io non sono tra queste. Di giorno Mustafa è un funzionario della guardia costiera libica; di sera gestisce una palestra. Quando lo conosci, non puoi fare a meno di notare la sua somiglianza con John Coffey del film Il miglio verde. Entrandoci in confidenza, scoprirai che la somiglianza non riguarda solo il volto e la forma del corpo, ma anche il suo cuore gentile, che è ancora più grande dei suoi bicipiti. Un cuore enorme secondo me.

Una lezione di pittura a olio all’Art house di Tripoli. (Emad Pacha)

Secondo mio cognato, a Tripoli non c’è niente di meglio del mare: lui trascorre gran parte del tempo libero dividendosi tra i suoi due bambini e il mare, dove si immerge o pesca a seconda del tempo. Io declino sempre con educazione i suoi inviti ad andare a pesca. Sono cresciuto in una casa vicino al mare ma non è la mia passione: non lo amo, o a voler essere onesti, il mare non ama me.

Il mio posto preferito a Tripoli è Dar Alfunoon (la casa delle arti). Se sei un artista o un amante dell’arte, sarai sempre il benvenuto. Se non ci sono eventi in programma, è comunque sempre un piacere trascorrere del tempo con Emad, il direttore.

La nostra vita è fatta di storie e almeno una di questa storie merita di essere raccontata. Non tutti vogliono o possono condividerle, ma io adoro scoprirle e ascoltarle una per una, tutte le volte che le trovo. Come trascorrono le loro sere i libici? Anche se continuo a scoprire ogni giorno nuove storie a Tripoli, non posso dare una risposta definitiva, nessuno può rispondere a questa domanda, qualsiasi risposta sarebbe pura congettura, basata su esperienze personali.

Ognuno di noi ha creato un posto tutto suo in cui andare. Il nostro rapporto con Tripoli è come quello con un’amante: non possiamo vivere con lei, non possiamo vivere senza di lei, a volte ci arrabbiamo e diciamo cose orribili nei suoi confronti, ma non riusciamo a smettere di amarla. È comunque la nostra Gotham City, anche senza Batman e con troppi Joker.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

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