14 giugno 2016 18:06

Per le questioni religiose, per esempio per determinare l’inizio del Ramadan o per il pellegrinaggio, in Libia usiamo il calendario lunare. Avvistare la luna nuova è essenziale per individuare il primo giorno del mese di digiuno, che può essere diverso nei vari paesi del Medio Oriente e dell’Africa.

Ai tempi di Gheddafi, la Libia dichiarava l’inizio del Ramadan sempre un giorno prima o uno dopo l’Arabia Saudita. Raramente abbiamo cominciato il digiuno nello stesso momento, perché politica e religione sono due lati della stessa medaglia in mano a chi governa.

A volte abbiamo cominciato due giorni prima o due giorni dopo, con un effetto di buffa confusione. Il muftì non ha mai osato mettere in discussione il volere di Gheddafi. D’altro canto, ancora oggi i muftì non osano farlo nemmeno in Arabia Saudita. Quest’anno tutti i paesi del Nordafrica e del Medio Oriente hanno cominciato il Ramadan lo stesso giorno. Be’, tutti a parte Giordania e Marocco, ma comunque è il miglior risultato di sempre.

Dal barbiere e davanti alla tv

A parte le questioni legate ai muftì e ai governanti, il Ramadan significa per ognuno qualcosa di diverso. Per gli impiegati significa poter arrivare tardi al lavoro, per i barbieri segna l’alta stagione, visto che tutti devono tagliarsi i capelli prima dell’Eid, la festa che segna la fine del Ramadan. Per i proprietari di supermercati e negozi è un festival dello shopping che dura un mese. È un buon momento anche per i canali televisivi libici, che registrano un aumento di spettatori. In Libia si guardano i programmi televisivi libici solo durante il Ramadan: forse diventano più attraenti perché siamo sfiniti dalla disidratazione.

Per altri significa smettere di bere alcolici per almeno 40 giorni prima del Ramadan e non toccarne fino all’ultimo giorno di digiuno. Anche se può sembrare strano, molti libici bevono alcolici e fanno sesso al di fuori del matrimonio, ma non mangeranno mai maiale né si sottrarranno al digiuno.

I bellissimi contorni e le insalate che ci mancano tanto durante l’anno compaiono di nuovo in tavola, e il caffè ha un sapore angelico

Quest’anno, la sera prima della conferma, mio fratello sperava e pregava che il Ramadan cominciasse il giorno seguente. Sarebbe stato il giorno delle sua laurea, e voleva che fosse durante il Ramadan.

Perché? Perché una festa di laurea in Libia significa diventare un bersaglio umano per torte, cibo e a volte oggetti più pesanti se tra i vostri amici ce n’è qualcuno particolarmente su di giri. Non avete idea di quanto fosse contento quando hanno confermato che il giorno dopo sarebbe stato il primo del Ramadan. Quel giorno, così orgoglioso e sicuro di sé, era intoccabile.

Vicino alla ex cattedrale di Tripoli, in piazza Algeria. (Khalifa Abo Khraisse)

Io cerco di uscire il meno possibile durante il giorno. Le persone sono stressate e non posso biasimarle. Stare senza caffè il mattino, considerando tutto quel che dobbiamo sopportare, equivale a interpretare una scena di Walking dead, e io stesso sono una persona meno piacevole senza caffeina e nicotina in circolazione nel mio organismo. Quindi la cosa migliore che posso fare è privare l’umanità della mia spiacevole compagnia, almeno durante la prima settimana.

Il sole tramonta più o meno alle otto e un quarto. A quell’ora tutta la famiglia si riunisce attorno a un tavolo, e ogni cosa è come se la assaporassi per la prima volta. La zuppa libica è una parte essenziale del pasto di rottura del digiuno. È senza alcun dubbio la zuppa migliore che potrete mai assaggiare. I bellissimi contorni e le insalate che ci mancano tanto durante l’anno compaiono nuovamente in tavola, e il caffè ha un sapore angelico.

Dio farà un’eccezione

Dopo il pasto completo, in teoria comincia la giornata, ma di notte, come quella dei vampiri. Magari ti viene voglia di andare a fare una passeggiata, perché di notte la città è affollata e piena di vita. La gente sorride e socializza dal vivo, non mandando messaggi o condividendo post. Tanti passano il tempo in moschea a leggere il Corano e a pregare.

Devo dire che quest’anno la parte più difficile del Ramadan non sarà solo astenersi dal mangiare, bere e fare sesso durante il giorno. Dovremo digiunare anche nel linguaggio, evitando di imprecare.

Le sfide quotidiane che ogni essere umano deve affrontare non sono un problema, né lo sono le difficoltà riservate nello specifico ai libici. Affrontarle durante il digiuno non è così male come sembra. E lo stesso vale per le interruzioni di energia elettrica qualche ora prima del tramonto.

La cosa più difficile è che abbiamo tre governi, due parlamenti e un consiglio di stato e tutti i giorni, per sedici ore, non possiamo maledire nessuno di questi. È troppo.

Credo che quest’anno Dio farà un’eccezione.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

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