17 febbraio 2012 17:57

Alcune case discografiche hanno cominciato a regalare una copia digitale del disco a chi compra il vinile. Un’ottima strategia che dovrebbero seguire anche le case editrici.

Una volta compravo un sacco di mp3. Ora non più. Ma non significa che non li ascolto: ne ho circa diecimila e li ascolto tantissimo. Oggi, però, compro i dischi in vinile. Non sono un maniaco della qualità del suono, ma le mie orecchie mi dicono che su vinile la musica suona meglio: più calda, più ricca di sfumature, meno spigolosa. Ho anche riscoperto il piacere di guardare le copertine. Ma il vero motivo per cui ho cambiato idea è che alcune case discografiche hanno cominciato a regalare una copia digitale del disco a chi compra il vinile.

Nascosto nella copertina c’è un cartoncino con un codice che ti permette di scaricare i file digitali, spesso in formato lossless (senza perdita di qualità audio), direttamente dalla casa discografica. Così non devo più scegliere tra il suono del vinile e la comodità del digitale. Se sono vicino al mio giradischi, metto su il vinile. Altrimenti schiaccio play sul lettore mp3. Compro gli atomi, e i bit me li regalano. Sembra una soluzione giusta. In sintonia con l’universo, per così dire.

E qui, secondo me, c’è una lezione che le case editrici dovrebbero imparare. Oggi i lettori devono scegliere se comprare un libro oppure un ebook, ma molti di loro li vorrebbero entrambi, in modo da potersi raggomitolare in poltrona con l’edizione cartacea quando sono a casa, e caricare l’ebook sul lettore quando sono in viaggio. Anzi, associare una copia elettronica gratuita al prodotto fisico avrebbe sull’industria editoriale un impatto superiore a quello dell’industria musicale. In fin dei conti, per ascoltare un vinile bisogna avere il giradischi.

Per leggere un libro stampato, invece, l’unico dispositivo di cui abbiamo bisogno sono gli occhi. Oggi le case editrici tradizionali hanno tre grandi imperativi: proteggere le vendite di libri cartacei il più a lungo possibile, mantenere in vita le librerie e fare di tutto per arginare lo strapotere di Amazon. Associare i bit agli atomi presenterebbe vantaggi su tutti e tre i fronti.

Un canale diretto con i lettori
Prima di tutto le persone avrebbero un motivo in più per comprare il libro stampato. Secondo, si darebbe un aiuto alle librerie nella loro battaglia con Amazon. Terzo, offrendo gli ebook in un formato standard non proprietario (per esempio ePub), si renderebbe il Kindle molto meno attraente, perché non legge il formato ePub. Amazon si troverebbe davanti a una scelta: rimanere fedele al suo formato oppure riprogettare il Kindle come lettore multiformato.

Le case editrici avrebbero anche un altro beneficio: creando un proprio sito da cui i clienti possano scaricare gratuitamente gli ebook, aprirebbero un canale diretto con i lettori. La mia idea, però, presenta degli ostacoli. Sul fronte commerciale, un minimo di cannibalizzazione sarebbe inevitabile. Oggi probabilmente c’è qualcuno che, non volendo rinunciare ai vantaggi di ciascun formato, compra i libri in versione sia cartacea sia elettronica. Ma non credo che si tratti di molte copie, e quando in gioco c’è la propria sopravvivenza sul lungo periodo quelle vendite sono irrilevanti.

Poi bisogna trovare un modo per distribuire gli ebook in regalo. I dischi di vinile sono venduti in buste di plastica sigillate. L’unico modo per avere il codice con cui scaricare la copia digitale è comprare l’album e rompere il sigillo. I libri sugli scaffali non sono sigillati nella plastica, per cui come si fa a impedire ai ladruncoli di andare in libreria e trascriversi il codice? Non lo so, ma sono certo che esiste un mago della tecnologia in grado di tirare fuori una soluzione brillante.

Ma allora regalare gli ebook è la soluzione per garantire un futuro al libro stampato, salvare la libreria sotto casa e permettere agli editore di ricominciare a godersi i loro pranzi da tre martini? No. Io però credo che aiuterebbe, e quantomeno romperebbe le scatole ad Amazon. Quando si è tra le vittime del grande cambiamento, fomentare un po’ di cambiamento a propria volta non è una cattiva idea.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questo articolo è stato pubblicato il 17 febbraio 2012 a pagina 95 di Internazionale e in inglese sul blog dell’autore con il titolo Why publishers should give away ebooks. Compra questo numero | Abbonati

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