31 gennaio 2014 14:59

David Stern nel 2008 (Timothy Fadek, Corbis).

David Stern ha guidato la più importante lega di basket del mondo esattamente per trent’anni. È entrato in carica come commissioner dell’Nba il 1 febbraio del 1984, e sabato 1 febbraio 2014 cederà lo scettro al suo delfino Adam Silver, un avvocato newiorchese di 51 anni. In un bell’articolo intitolato [Transition game][1], Bloomberg Businessweek spiega che Stern è entrato in carica in un momento in cui l’Nba era una lega povera e poco seguita a livello sia nazionale sia internazionale, e l’ha trasformata in una multinazionale che oggi ha più di mille dipendenti in quindici paesi del mondo e ricavi annuali per 5,5 miliardi di dollari.

“Nel 1978, quando Stern è entrato nello staff dell’Nba, c’erano alcune squadre sull’orlo della bancarotta e il marchio della lega era molto debole. All’inizio degli anni ottanta l’Nba era ancora un campionato poco seguito, nonostante giocatori come Magic Johnson, Larry Bird e Michael Jordan. Il campionato non generava praticamente nessun ricavo fuori dagli Stati Uniti”.

Ma soprattutto, c’era un problema d’immagine: “Tanti giocatori – anche alcuni dei migliori, come David Thompson e John Lucas – facevano uso di droghe, soprattutto cocaina, e gli sponsor non volevano associare i loro marchi all’Nba. Nel 1983 Stern ha promosso un accordo con i giocatori che ha portato all’introduzione dei controlli antidoping e ha convinto le aziende e le televisioni a investire sul basket. Nello stesso anno l’Nba è diventata la prima lega sportiva americana ad adottare il modello del salary cap, un tetto per gli ingaggi dei giocatori per ogni squadra”.

Stern con l’ex giocatore Hakeem Olajuwon in occasione del draft del 1984 (Noren Trotman, Nba/Getty Images).

Per far capire quanto sia cresciuta economicamente l’Nba sotto la guida di Stern, il settimanale americano spiega che a metà degli anni ottanta per comprare una squadra bastavano 15 milioni di dollari, mentre oggi nel servono almeno 500. Stern ha aiutato molti degli attuali proprietari di club a raddoppiare o a triplicare i loro guadagni. Stern, un avvocato nato a New York da una famiglia di origini ebraiche, ha guidato la lega “come uno sceriffo” che amministra una città con il pugno di ferro, spesso mettendo le esigenze commerciali davanti agli aspetti sportivi: non ha mai esitato ad assegnare multe e sospensioni per comportamenti che avrebbero potuto scontentare gli sponsor. “Stern è famoso per l’umorismo disarmante, per gli scatti d’ira e per l’egocentrismo spudorato; di Adam Silver, invece, si dice che sia un uomo tranquillo con metodi più concilianti”. In ogni caso, dovrebbe garantire una certa continuità nella gestione della lega.

Stern con il cestista Mason Plumlee in occasione del draft del 2013 (Keith Bedford, Reuters/Contrasto).

Qualche video con alcuni momenti significativi della carriera di David Stern:

Una selezione di annunci di giocatori durante trent’anni di draft.

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La lotteria per il draft del 1985, che si dice sia stata truccata da Stern per permettere ai New York Knicks di scegliere Patrick Ewing.

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Il 29 gennaio 2014 Stern è stato ospite del David Letterman Show, dove ha esposto un decalogo delle cose imparate in trent’anni da *commissioner. Molto divertente.*

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Alessio Marchionna lavora a Internazionale dal 2009. Editor delle pagine delle inchieste, dei ritratti e dell’oroscopo. È su twitter: @alessiomarchio

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