07 dicembre 2015 11:26

Uno dei commenti al mio editoriale pubblicato il 1 dicembre su Haaretz mi augura di fare la fine dei traditori francesi dopo la seconda guerra mondiale. Perché tanto livore? Nell’articolo ho scritto che la frammentazione dei territori palestinesi occupati sancita dagli accordi di Oslo ha permesso di circondare ogni insediamento israeliano di checkpoint in grado di impedire ai manifestanti palestinesi di avvicinarsi, ma ha anche creato un senso illusorio di sovranità e di protezione negli abitanti di quelle “capsule territoriali”.

Non c’è nessuna organizzazione dietro gli attacchi dei cani sciolti palestinesi (almeno due al giorno nelle ultime settimane). È una rivolta individuale che porta con sé un messaggio: la normalità degli insediamenti non è normale.

Con questi pensieri mi sto preparando per andare al ricevimento di un funzionario giapponese a Ramallah per il compleanno dell’imperatore. Le forze israeliane hanno appena attaccato un campo profughi e distrutto la casa di un attentatore palestinese. In un villaggio tra Gerusalemme e Ramallah un raid notturno si è concluso con l’arresto di undici persone. A Nablus l’esercito ha fatto irruzione nelle case di due ragazzi che sono rimasti uccisi mentre cercavano di accoltellare degli israeliani.
Un amico mi chiede se voglio andare a vedere un film su un famoso caffè di Gerusalemme dove negli anni settanta si incontrava la sinistra bohémienne. La risposta è un grande no!

(Traduzione di Andrea Sparacino)

_Questa rubrica è stata pubblicata il 4 dicembre 2015 a pagina 27 di Internazionale, con il titolo “__Traditrice di Israele”._ Compra questo numero_|_ Abbonati

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