18 gennaio 2016 20:42

Più di un anno fa un giovane israeliano mi chiese di diventare mio assistente. Quando ci incontrammo gli spiegai che avevo bisogno d’aiuto per raccogliere informazioni sulle aziende di sicurezza private israeliane. Non si è più fatto vivo.
La settimana scorsa mi sono ricordata di lui, quando un programma d’inchiesta in tv ha rivelato che da tre anni un gruppo di coloni usa un “servizio segreto” per infiltrare agenti nelle associazioni di sinistra e dei diritti umani. Una telecamera nascosta mostrava un agente sotto copertura che “faceva amicizia” con Ezra Nawi, un attivista del gruppo Taayush, che da quindici anni cerca di impedire ai coloni di impossessarsi delle terre degli agricoltori palestinesi.

Missione compiuta: Nawi diceva cose senza senso (forse ci vorrebbe una perizia psichiatrica), vantandosi di aver consegnato alcuni venditori di terreni alle autorità palestinesi, che li avrebbe torturati e uccisi. Non sappiamo se è vero, ma vendere terreni ai coloni è un crimine secondo il codice penale palestinese, perché Israele li trasforma in un’estensione del suo territorio e in un pretesto per espellere altri palestinesi.

La destra ha gridato allo scandalo: “Come può un difensore dei diritti umani agire in questo modo?”. Nawi poi è stato arrestato in seguito a una denuncia. Ora sappiamo che gli infiltrati sono almeno due. Ho chiamato il ragazzo che si era offerto come assistente, ma ha giurato di non essere un infiltrato. Sarà vero?

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è stato pubblicato il 15 gennaio 2016 a pagina 10 di Internazionale, con il titolo “Un caso di spionaggio”. Compra questo numero| Abbonati

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