28 marzo 2016 17:36

Adoro le telefonate sovreccitate di Eitay. Anche quando mi comunica notizie spiacevoli, vale sempre la pena scriverne. Eitay Mack è un giovane avvocato che fa spesso causa allo stato israeliano perché non protegge i civili palestinesi in Cisgiordania dagli attacchi dei coloni e dell’esercito. A volte lo stato è costretto a pagare un risarcimento, per esempio a un fotografo a cui è stata distrutta la macchina fotografica.

Altre volte lo stato riesce a convincere i giudici di aver agito correttamente (un soldato ha sparato a un fotografo? È stato durante una manifestazione. Alcuni alberi sono stati sradicati e le tracce portano chiaramente al colono X, che non è stato arrestato? Questo non dimostra una negligenza da parte della polizia).

Il 23 marzo ho dovuto rinunciare a una storia, anche se l’eccitazione di Eitay era contagiosa. Basandosi sulla legge per la libertà d’informazione, negli ultimi anni Eitay ha più volte chiesto allo stato informazioni sul commercio di armi. In alcuni casi ha ricevuto una risposta, in altri è dovuto andare in tribunale per ottenerla, in altri ancora il giudice ha dato ragione allo stato, per cui la segretezza è indispensabile alla sicurezza nazionale.

Secondo Eitay, avrei dovuto scrivere un articolo su alcuni interessanti sviluppi legati alle armi israeliane. Gli ho risposto che mi piacerebbe scriverne, ma che in questo momento sono a New York e ho molto da fare. Per esempio, il 25 marzo comincerò a insegnare e non ho ancora capito dov’è la classe.

Questo articolo è stata pubblicato il 25 marzo 2016 a pagina 29 di Internazionale, con il titolo “Un articolo in meno”. Compra questo numero | Abbonati

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