09 gennaio 2017 18:00

Oggi, 4 gennaio 2017, mi sto occupando di diversi temi.

1) Devo scrivere un commento sulla condanna del soldato israeliano Elor Azaria da parte di un tribunale militare per aver ucciso un palestinese ferito che aveva accoltellato un altro soldato ferendolo lievemente. Un attivista palestinese per i diritti umani aveva ripreso la scena con una piccola videocamera, mostrando come il soldato avesse sparato alla testa del palestinese che era steso in terra. Il messaggio che le autorità militari hanno trasmesso ai soldati è che devono stare attenti a non farsi filmare. Non è certo il primo caso in cui un palestinese è stato ucciso dai soldati anche se non rappresentava una minaccia.

2) Israele vuole aumentare le tasse pagate dai lavoratori palestinesi. Buona parte degli introiti sarebbero trasferiti al tesoro palestinese. La speranza è che la proposta sia bocciata. La giornata lavorativa di un palestinese in Israele comincia alle quattro del mattino e finisce alle otto di sera, tra spostamenti interminabili e controlli umilianti ai checkpoint.

3) Demolizioni di tende e baracche nella valle del Giordano, costruzione di un avamposto dei coloni, confisca dei trattori dei palestinesi, evacuazione temporanea di intere comunità per permettere esercitazioni militari.

4) Le crescenti difficoltà degli agricoltori palestinesi i cui terreni sono “ingabbiati” dalla barriera di separazione.

Contemporaneamente sto lavorando ad altri tre temi urgenti, ma è finito lo spazio di questa rubrica.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questa rubrica è stata pubblicata il 6 gennaio 2017 a pagina 27 di Internazionale. Compra questo numero| Abbonati

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