16 gennaio 2017 19:28

La settimana scorsa, in una libreria di Gerusalemme, il commesso mi ha detto che oltre al libro che avevo scelto avrei potuto prenderne un altro gratis. Ho scelto un romanzo di una scrittrice israeliana, Emuna Elon, ambientato ad Amsterdam. Non ho mai letto un suo libro, anche a causa della sua storia personale: è una colona dell’insediamento di Bet El e un’ardente sostenitrice di una “soluzione” basata sul trasferimento dei palestinesi, in una delle sue molte e aberranti versioni. Non importa che la sua proposta sia quella di espellere in Giordania (“lo stato palestinese”) “soltanto” i profughi o di incoraggiarli a partire con incentivi materiali. Alla radice c’è comunque la negazione dell’autodeterminazione.

Suo marito è stato deputato e ministro del partito di destra Moledet. Il libro, House on endless waters, è affascinante. Il protagonista, un famoso scrittore, scopre di non essere figlio biologico della madre, un’ebrea olandese che ha perso la famiglia nei campi di concentramento. È impegnato a scrivere un nuovo romanzo e contemporaneamente sta cercando se stesso. Senza mai cadere nel melodramma, l’autrice trasmette alla perfezione l’orrore di una società fatta di persone che restano immobili mentre altre infrangono leggi illegittime, di persone che collaborano per ottenere benefici mentre altre se ne disinteressano.

Sono abbastanza vecchia da sapere che questa separazione cognitiva non è così insolita: si può giudicare una società che ha permesso il trasferimento di un popolo e al tempo stesso sostenere il trasferimento di un altro popolo. Ma il piacere che ho provato leggendo il libro non ha intaccato il disgusto che provo nei confronti di Elon e della sua visione del mondo.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questa rubrica è stata pubblicata il 13 gennaio 2017 a pagina 27 di Internazionale, con il titolo “Separazione cognitiva”. Compra questo numero| Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it