23 ottobre 2009 15:11

Leggere può sembrare la più semplice delle attività: basta avere occhi, parole, cervello. Ma, come mangiare, se la si guarda da vicino diventa una faccenda più complicata. Il modo in cui gustiamo il pranzo domenicale e quello in cui divoriamo un panino in ufficio si somigliano solo vagamente, una cena davanti alla tv è diversa da una a lume di candela al ristorante, la colazione non è il pranzo. E lo stesso discorso vale per la lettura.

Scorriamo i giornali in un modo e con una rapidità che non usiamo per un buon romanzo. Leggiamo in modo diverso se siamo a casa, al lavoro, in treno o in autobus. Le differenze sono sottili. Ma in questo mondo di rivoluzioni tecnologiche, la sottigliezza è più importante che mai. È per questo che mi sono convertito al Kindle, il sottile lettore digitale per libri prodotto da Amazon.

Come convertito non ero dei più probabili. Sono un drogato del web, sono stato tra i primi ad aprire un blog, mi porto il computer ovunque. Ma amo i libri. Mi piace il loro odore e la sensazione che danno al tatto, il design della copertina, i caratteri, gli appunti a margine, la possibilità di rannicchiarmi sul divano nei pomeriggi di domenica e perdermici dentro. Tra le cose che possiedo, i libri sono la mia preferita. Mai avrei pensato di poter vivere senza di loro.

Un computer o un libro?

Invece mi sbagliavo. Il Kindle ha le dimensioni e il peso di un libretto cartonato per bambini di trenta pagine. Quando lo accendi, ti aspetti di vedere la solita luminescenza dello schermo di un computer. Invece no. Quello che appare ricorda una vecchia lavagna magica , ma molto più chiara. Il testo è nero su bianco e lo schermo non è illuminato. Si legge meglio alla luce del sole, proprio come un libro. E non si può leggere al buio, proprio come un libro. È stato solo quando mi sono rannicchiato sul divano e ho letto un libro intero sullo schermo che mi sono reso conto di cosa lo rende così diverso da tutti gli altri nuovi strumenti.

Quando leggiamo online ci aspettiamo sempre di poter interagire. Nella maggior parte dei casi, internet si usa al lavoro, o comunque alla scrivania. Tendiamo a cercare una soddisfazione immediata, scorrendo una ricerca, un blog, le ultime notizie, cercando qualcosa che vogliamo comprare.

Se siete come me, appena vi trovate davanti a un lungo articolo online non andate oltre la prima schermata. C’è qualcosa su internet che ci rende impazienti. Nessuno vuole leggere un lungo saggio su uno schermo, seduto alla scrivania. Ho scoperto, per esempio, che online la gente non guarda video più lunghi di tre minuti. È soprattutto questo che distingue il computer dalla tv.

Diversamente dal portatile, il Kindle si può usare in poltrona, sul divano o in treno. Può essere tenuto con una mano sola. Anche se è collegato a internet, e permette di comprare un libro e cominciare a leggerlo in pochi minuti, non incoraggia la navigazione. Non serve per mandare messaggi. Ti porta solo parole ben confezionate. Ho scoperto che, diversamente da quando leggo online, non sono mai tentato di aprire un’altra pagina per placare l’irrequietezza e l’incapacità di concentrarmi. Ho scoperto anche di poter prendere appunti con un piccolo mouse, di poter ritrovare automaticamente il punto in cui ho smesso di leggere la sera prima e di poter cercare un passo già letto.

Una biblioteca nella borsa

Vedetelo come un modo di leggere minimalista. E poi pensate a questo: nel modello oggi in circolazione potete mettere 1.500 libri. E andare in giro con l’equivalente della vostra biblioteca concentrato in un tascabile. In futuro possiamo immaginare che ci sarà un sistema per accedere a Google Books e scaricare un intero mondo di conoscenze, un sistema che permetterà di leggere libri fuori catalogo o testi che altrimenti sarebbero rimasti a coprirsi di polvere in una biblioteca. E il prezzo di un volume è circa la metà di quello che paghereste per una copia di carta fatta tagliando gli alberi. Dopo un po’ di riluttanza iniziale, forse anche di orrore, ci si rende conto del perché il Kindle favorirà l’estinzione dell’industria editoriale com’è oggi.

Questo significa che i libri spariranno per sempre? Non credo. Come i giornali di carta, si sposteranno da un’altra parte. Una delle statistiche più interessanti che ho letto ultimamente è quella secondo cui, nei primi tre mesi di quest’anno, negli Stati Uniti sono stati pubblicati più libri da autori che stampano su richiesta che dalle case editrici. Oggi possiamo pubblicare i nostri libri senza spendere troppo.

Se avete un blog con molti lettori, non avete bisogno di un editore. Vi basta mandare le vostre pagine a una società che stampa su richiesta, progettare il volume da soli e cliccare. E poi vendere o regalare il libro. In un certo senso, internet ha aumentato il piacere del libro. Le letture migliori sono quelle inutili. E il Kindle è il primo apparecchio che punta proprio sull’inutilità: la gioia di un romanzo comico, il viaggio di una biografia storica, il divertimento di un racconto. Credetemi: mi ha colto di sorpresa. Probabilmente succederà anche a voi.

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